Valerio Cappelli per il Corriere della Sera
Gérard Depardieu ti scruta con la forza dell' istinto, che guida ogni sua scelta, e sembra dirti che la vita è breve.
Un talento straordinario che viene dalla strada, a dodici anni ha vissuto con due prostitute, da ragazzo fu coinvolto in piccoli furti, fece un' audizione al Teatro nazionale popolare: è uno dei più grandi attori del mondo. Ma si considera un agricoltore. Siede accanto a Carole Bouquet, lei dice: «Siamo stati insieme dieci anni, gli feci scoprire Pantelleria. Lui ama questa terra, ma non il caldo. Sogna di tornare a Parigi dove ci sono 15 gradi».
Sono entrambi premiati, insieme a Gina Lollobrigida e a Ferzan Özpetek, a Taormina, dove Tiziana Rocca ha fatto rinascere il Premio delle Nazioni che fu ideato da Gian Luigi Rondi. Depardieu a fine agosto dovrebbe tornare in Sicilia.
Sta chiudendo la trattativa per girare Il casellante di Rocco Mortelliti, dal romanzo di Camilleri.
Gérard, si avvicina la prossima Mostra di Venezia: i festival oggi quanto aiutano il cinema?
«Venezia e Berlino più di Cannes, che è diventata una vetrina di gioielli e una passerella di moda, poi invitano sempre gli stessi autori, i belgi che ti fanno addormentare, gli americani che sono stupidi.
Forse arriva ancora qualcosa di interessante da Cina e Turchia».
Catherine Deneuve, con cui lei ha girato dieci film, dice che non ci sono più le stelle.
«Ha ragione, il cinema ormai è un' arte marginale, è come un romanzo: lo esponi in libreria come decorazione. Nessuno più legge, nessuno più va al cinema».
Lei è legato alla stagione d' oro del cinema italiano.
«Di Marco Ferreri ricorrono i vent' anni dalla morte. Non ha lasciato eredi perché nessun regista ha gli attributi e sullo schermo non esistono più la follia e la fantasia. Si parla solo di soldi, come nel football, che finiranno per uccidere. Il calcio non è più uno sport. Ho il rimpianto di non avere conosciuto Totò. Ma ho un ricordo divertente di Bernardo Bertolucci, se vuole».
Lo racconti...
«Catherine Deneuve e Marcello Mastroianni dissero a Bernardo: c' è un giovane attore francese che recita a Parigi, devi assolutamente vederlo. Venne senza dirmi nulla. Mi invitò a casa sua a Roma, avevo un occhio nero per gli allenamenti di boxe. Si parlava di Novecento , la sua saga. Aveva già preso Robert De Niro, che era già una star. Gli dissi: "Abbiamo quasi la stessa età, voglio essere pagato come l' americano"».
E Pasolini?
«Con lui ho giocato a calcio, aveva uno stile personale. La partita era: troupe di Novecento contro troupe di Salò . Vincemmo noi 4 a 1».
Quando ha perso colpi il cinema italiano?
«Quando avete fatto entrare la psicoanalisi. Che è un' altra forma di confessione. Nel tempo in cui la Chiesa era davvero potente il cinema aveva condizionamenti, censure, divieti. I registi per aggirarli erano più creativi, si facevano film migliori. Il vostro cinema non deve invidiare nulla alla Francia, non dovete inseguire modelli, guardate la vostra storia e siatene orgogliosi».
L' attrice che porta nel cuore?
«Oltre a Catherine Deneuve? Sophia Loren, Isabelle Adjani e la mia amica Fanny Ardant.
Dell' America non farmi parlare. Non è che non ami solo Hollywood. Non amo Coppola, Scorsese, la loro cultura, il loro modo di mangiare».
Macron
«No, la politica non mi interessa, i politici non ascoltano il popolo. Macron non aveva un partito dietro di sé, è stato l' unico presidente eletto da un gruppo di oligarchi. Il caso di Berlusconi non è così lontano».
Macron ha lasciato all' Italia il cerino acceso dei migranti.
«A giudicare dalle sue mosse mi sembra una delusione. Hollande invece era uno str non mi vergogno a dirlo perché gliel' ho detto in faccia. Sono triste per voi e per questa gente abbandonata. È una brutta commedia, cosa fanno i deputati di Bruxelles? Niente. Quanto alla nazionalizzazione dei cantieri navali francesi, Macron ha detto che è una cosa temporanea. Vediamo. Sembra che abbia fatto propri certi temi cari a Marine Le Pen».
Carole Bouquet dice che lei è molto simpatico, l' unico suo problema è che è amico di Putin.
«I media francesi hanno equivocato il mio choc per non voler pagare l' 87 per cento di tasse in Francia con la mia cittadinanza in Russia. Sono stato travisato. Ma non voglio parlare di politica. Amo viaggiare, tuffarmi in altre culture, l' Algeria, la Cina. L' Arabia Saudita e il Qatar li lascio agli Stati Uniti e ai loro affari».
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