Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
Alla fine la Apple ha ceduto alle pressioni del Cremlino. Per chi si collega dalla Russia, nelle app del gigante americano la Crimea appare ora come parte della Federazione Russa. Quando ci si connette da qualunque altra parte del mondo, la penisola sul Mar Nero non ha invece nessuna indicazione che la leghi a uno Stato. A Mosca però basta questo. Le autorità russe adesso possono esultare.
«Apple ha apportato modifiche ai nomi geografici della Crimea e della città federale di Sebastopoli: sono stati resi conformi alla Costituzione russa», ha annunciato trionfante il presidente della Commissione Anticorruzione della Duma, Vasily Piskaryov. Le pressioni del Cremlino La Russia ha sottratto la Crimea all' Ucraina nel 2014 con un' invasione di uomini armati e senza insegne di riconoscimento e con un controverso referendum, attirandosi le sanzioni di Ue e Usa. Per la legge russa adesso è un reato definire "Ucraina" la Crimea e la Apple da mesi trattava con Mosca sulla questione.
nelle mappe di apple la crimea e' in russia
«La compagnia ha dimostrato di voler preservare e sviluppare la sua posizione nel mercato russo», ha commentato il presidente della Commissione Informazione della Duma, Leonid Levin. Anche Google Maps ha dovuto affrontare questioni spinose sulla definizione dei confini internazionali. Non solo per la Crimea. Per le zone di frontiera contese tra India e Pakistan Google, per esempio, mostra i confini con linee tratteggiate al di fuori dell' India e con linee continue disegnate secondo i desideri di New Delhi all' interno del Paese.
«Assistiamo a una tendenza verso quella che chiamiamo cartografia agnostica», spiegava alcuni anni fa l' esperto Steven Feldman. «Chi traccia le mappe deve cercare di rappresentare le differenti posizioni dove è possibile, ma a volte deve fare una scelta: creare mappe rispettando le leggi locali o rinunciare del tutto».
Nel 2013 pare che il governo giapponese chiese a enti pubblici e università statali di non pubblicare le mappe di Google perché indicavano con nomi non giapponesi alcune isole rivendicate da Tokyo, come gli isolotti controllati da Seul, Takeshima in giapponese e Dokdo in coreano.
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L' episodio più singolare risale però al 2010, quando dei soldati del Nicaragua sbarcarono sull' isola Calero, che appartiene alla Costa Rica ma che per errore Google Maps aveva assegnato al Nicaragua. «Guardate le foto satellitari su Google e vedrete dov' è il confine», disse il comandante nicuaraguense per giustificarsi.
nelle mappe di apple la crimea e' in russia 1 navi russe nel mar nero