Jason Strother per “The Atlantic”
jesus coffe
Tastiera elettrica e chitarra acustica accompagnano la messa alla “Jesus Coffee” di Seoul, una delle migliaia di cappelle protestanti sparse in Corea del Sud. Messa officiata da un prete che fa anche il barista.
Chiese e caffè sono le due cose che fanno più fatica a sopravvivere da queste parti. La Corea del sud è divisa fra buddisti (15.5%), Protestanti (19.7%), Cattolici (7.9%) e non credenti. Tra i cristiani il modello combinato di chiesa-caffè va molto di moda negli ultimi tempi. E’ un modo per togliere fedeli alle megachiese gerarchiche che sono state coinvolte in enormi scandali di corruzione.
in corea del sud spopoalno le chiese caffe
Così alla chiesa-caffè di Ahn i fedeli leggono letteratura cristiana mentre sorseggiano un latte macchiato, che costa un dollaro di meno che al bar. La stanza della preghiera, con la Bibbia su ogni tavolo, ha una macchina per il caffè espresso e un macinacaffè industriale. Sono veri e propri luoghi di ritrovo per la comunità locale.
I sudcoreani più anziani, dai 60 anni in su, sono conservatori, votavano i predicatori evangelici dediti al gospel della prosperità e dell’anticomunismo, ma ora sono abbastanza delusi dalla religione organizzata. I votanti sui 30 anni invece sono progressisti e hanno come priorità lo sradicamento della corruzione.
prete barista in corea del sud
I giovani non sono più attratti dalle megacongregazioni, lo sono ad esempio dalla “Jesus Coffee”, dove vige la trasparenza, la piccola affiliazione, e non si discute di politica dal pulpito. Però è l’esempio di come si possano conciliare conservatorismo spirituale e progressismo politico, e questo farà la sua parte al prossimo voto.
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