1. VIDEO - IL MONOLOGO DI APERTURA DI DONALD TRUMP AL ''SATURDAY NIGHT LIVE''
2. VIDEO - IL MONDO PERFETTO CON TRUMP ALLA CASA BIANCA - SNL
3. TRUMP IL NARCISO FA LO SHOWMAN PER UN GIORNO
Alberto Flores D’Arcais per “la Repubblica”
donald trump al saturday night live 5
Era l’evento politico più atteso e le aspettative non sono andate deluse. Che andasse in onda nello show satirico più noto d’America era solo un dettaglio, del resto i dibattiti ufficiali, i talk show delle reti all-news, le interviste “serie” sono (quasi sempre) di una noia mortale e Saturday Night Live (familiarmente Snl) è qualcosa di più di un semplice programma televisivo: è un pezzo vero e proprio della cultura pop americana.
Invitato-conduttore era Donald Trump, ancora in testa nel gruppo di candidati alla Casa Bianca del partito repubblicano. Candidato (e uomo) controverso, miliardario, star televisiva ( The Apprentice il reality da lui condotto sulla Nbc è stato un grande successo), sciupafemmine e anche (dicono i suoi nemici e qualche incontrovertibile sua dichiarazione) un po’ razzista.
E proprio al grido di “razzista!”, lanciato dal comico Larry David mentre Trump iniziava il suo monologo iniziale, è partita la puntata più attesa di Snl.
Uno sketch concordato, ma basato su una polemica vera, quella che vede il magnate dei grattacieli newyorchesi contro i messicani e i milioni di latinos che vivono negli Stati Uniti. Scoppiata il giugno scorso quando il candidato repubblicano senza parafrasi ha accusato i messicani che entrano negli Usa di essere una banda di «stupratori, trafficanti di droga e criminali».
donald trump al saturday night live 3
A scanso di equivoci Larry David ha subito spiegato che così sperava di prendere la “taglia” di 5mila dollari che il gruppo Deport Racism aveva messo sul miliardario a favore di chi fosse riuscito a far sentire l’accusa di razzismo durante la comparsata del candidato in tv. E in effetti il gruppo ha poi twittato che David aveva ottenuto il premio. «Come uomo d’affari rispetto pienamente questa decisione », ha replicato Trump che poi (segnando un punto a suo favore) si è rivolto ai telespettatori vantandosi di «saper reggere allo scherzo».
Nella tradizionale ora e mezzo della puntata il candidato repubblicano (che molti pundit della politica Usa ancora non riescono a prendere sul serio) ha dimostrato di sapere stare al gioco ma non ha rinunciato alla propaganda pro domo sua.
donald trump al saturday night live 2
Eccolo dunque in uno sketch ambientato nel 2018 quando (da due anni presidente degli Usa) si pavoneggia dei successi ottenuti: la Siria è un paese in pace, la Cina chiede ingenti prestiti finanziari agli Usa, la figlia Ivanka è il nuovo ministro degli Interni e il grande obelisco di Washington viene ricoperto d’oro. «Se pensate che questo accadrà quando diventerò presidente vi sbagliate. Sarà molto meglio di così, ho semplicemente chiesto a quelli di Saturday Night Live di restare po’ sottotono».
donald trump al saturday night live 1
Si è trattato di un esperimento di neuropolitica? In una certa forma (magari non proprio quella più scientifica di cui parla il New York Times) potremmo anche dire di sì. Tempo fa Politico, il quotidiano online più addentro ai segreti dei palazzi di Washington, parlando delle debolezze (umane) dei candidati alla Casa Bianca (e dei politici più in generale) si domandava perché in mezzo a scandali sessuali, guida in stato di ubriachezza, peccati giovanili, uso di droghe etc, i media non avessero mai affrontato i problemi di natura psichiatrica o psicologica.
donald trump al saturday night live 4
Che vengono invece sempre tirati in ballo quando si tratta di persone comuni che commettono crimini. Arrivando a ipotizzare una Hillary Clinton paranoica, un Jeb Bush con gravi problemi di rapporti familiari (padre e fratello), un Joe Biden (l’attuale vice-presidente) che soffre di depressioni e un Donald Trump super-narcisista. A giudicare dalla puntata di sabato sera quest’ultimo sembra proprio azzeccato.