IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - SE NE VA ALESSANDRO D'ALATRI, 68 ANNI, REGISTA DI CINEMA, TV, PUBBLICITÀ, DI GRANDE ESPERIENZA E DI GRANDISSIMO TALENTO - ERA UN PIACERE PARLARCI DI CINEMA O DI PUBBLICITÀ, CHE CONOSCEVA IN ITALIA, MEGLIO DI QUASI TUTTI, AVENDOLA FREQUENTATA FIN DA PICCOLISSIMO COME ATTORE - AL DI LÀ DEI FILM CHE HA DIRETTO, DEGLI ATTORI CHE HA SPINTO, SCOPERTO E RISCOPERTO, DEI VIDEO MUSICALI E DEI PIÙ DI 100 SPOT, ERA TRA I POCHI CHE POTESSERO VANTARSI DI ESSERE NATI E CRESCIUTI DENTRO IL MONDO DELLO SPETTACOLO… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

Se ne va, ancora giovane, 68 anni, un regista di cinema, tv, pubblicità, di grande esperienza e di grandissimo talento come Alessandro D’Alatri. Intelligente, simpatico, aperto, sempre pronto alla battuta, era un piacere parlarci di cinema o di pubblicità, che conosceva in Italia, meglio di quasi tutti, avendola frequentata fin da piccolissimo come attore.

sabrina ferilli americano rosso1 sabrina ferilli americano rosso1

 

Infatti, al di là dei film che ha diretto, una decina, degli attori che ha spinto, scoperto e riscoperto, penso alla Sabrina Ferilli di “Americano rosso”, al Kim Rossi Stuart di “Senza pelle”, al Fabio Volo di “Casomai”, perfino al Paolo Bonolis di “Commediasexi”, ai grandi successi televisivi degli ultimi anni, “I bastardi di Pizzofalcone”, “Il commissario Ricciardi”, ai  video musicali per Zero, Pausini, Negramaro, Elisa, ai più di 100 spot che ha diretto nella pubblicità, era tra i pochi che potessero vantarsi di essere nati e cresciuti dentro il mondo dello spettacolo.

ALESSANDRO D'alatri Il giardino dei Finzi Contini ALESSANDRO D'alatri Il giardino dei Finzi Contini

Alessandro viene infatti scoperto già ai tempi di Carosello come attore bambino adatto sia alle celebri scenette pubblicitarie che alla tv. Nato a Roma nel 1955, lo troviamo attore in tv “I fratelli Karamazov” (1969), “Il ragazzo dagli occhi chiari” (1970), al cinema in “Il giardino dei Finzi Contini” (1970) di Vittorio de Sica nel ruolo del protagonista da piccolo. Contemporaneamente viene scelte come protagonista della serie di Carosello “Ladri di motorette” girata per la Lambretta da Giuliano Biagetti nel 1970, ma lo troviamo in decine di altre pubblicità come un Cirio del 1972 accanto a Romolo Valli.

 

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Diventa in breve uno degli attori bambino più ricercati dalla tv italiana assieme a Giusva Fioravanti. Nel 1981 gira come attore ormai cresciuto per la regia di Francesco Barilli il film per la tv “Una mattina come le altre”, ma soprattutto si lega a Barilli come aiuto regista e diventa ben presto lui stesso uno dei maggiori registi pubblicitari della fine degli anni ’80 e ’90. Gira la celebre serie Kodak del marziano Ciripirirì con Davide Marotta e Roberto Della Casa, ricordo che lo andai a trovare sul set a Cinecittà, Tonno Maruzzella, la prima serie della pasta di Giovanna Rana, quella della Sip con Massimo Lopez fermo davanti al plotone d’esecuzione della Legione Straniera che chiede come ultimo desiderio proprio la telefonata che ti allunga la vita.

 

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Per non parlare di quella con Tullio Solenghi in Paradiso che offre il caffè Lavazza a Riccardo Garrone, San Pietro barbuto, per non parlare dei Lavazza con Brignano. Diresse nella pubblicità molte delle bellezze di questi ultimi anni, da Alba Parietti a Simona Ventura a Lorenza Forteza. Mi raccontò di aver diretto negli anni ’80 la ormai introvabile campagna dei biscotti Saiwa con Moana Pozzi che venne interrotta quando si scoprirono i film hard di Mona.

ALESSANDRO D'alatri I FRATELLI KARAMAZOV ALESSANDRO D'alatri I FRATELLI KARAMAZOV

 

E D’Alatri ricordava bene i racconti che gli faceva al tempo Moana sul suo rapporto con Bettino Craxi. In qualche modo attraversa tutto il periodo della Milano da bere berlusconiana e craxiana prima di arrivare, con “Americano rosso”, prodotto dalla Rai Tre di Angelo Guglielmi, a tentare la carta del cinema. Senza per questa perdere però vista di essere uno dei più celebri e meglio pagati registi pubblicitari del momento.

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Tra i pochi, inoltre, che conoscano bene i gusti ancora carosellistici, da piccoli sketch, del pubblico italiano. Con “Senza pelle” con Kim Rossi Stuart, Massimo Ghini e Anna Galiena, D’Alatri entra nel giro dei registi giovani italiani più interessanti, iniziando davvero una nuova carriera, che proseguirà con un bellissimo documentario tv su Sergio Citti, e poi con l’ambizioso “I giardini dell’Eden”, interpretato da Kim Rossi Stuart e Jovanotti, presentato a Venezia non con grande successo.

 

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Grazie a due film di successo, “Casomai” e “La febbre”, si posiziona come regista di commedie più moderne e civili, riesce a sviluppar prima la coppia Fabio Volo e Stefania Rocca, poi quella Volo – Valeria Solarino grazie a copioni ben scritti, tra gli sceneggiatori notiamo Anna Pavignano, Domenico Starnone e Gennaro Nunziante, ma anche a un modo di girare più attuale e da cinema internazionale.

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Con “Commediasexi” con Paolo Bonolis, Sergio Rubini e Elena Santarelli, pensato come cinepanettone intelligente da contrapporre a quelli di Aurelio De Laurentiis, ha la strepitosa intuizione della commedia pochadistica ambientata ai tempi del primo governo Berlusconi e delle star del Bagaglino, ma il film non ottiene il successo che si meritava, Bonolis non viene riconosciuto come attore, e il modo di girare di D’Alatri è particolarmente costoso per una commedia del genere.

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Non solo non si tenterà più l’operazione, ma Bonolis non girerà più nulla al cinema. D’Alatri proverà a girare qualcosa di completamente nuovo, in digitale, per il tempo una cosa rivoluzione, con il piccolo romanzo sentimentale ambientato a Capri “Sul mare” che vede protagonisti gli inediti Alberto Angrisano, figlio nella realtà di Peppino Di Capri, e Martina Codecasa. Un film assolutamente originale che non viene capito, seguito poi da “The Start-Up: Accendi il tuo futuro” con Andrea Arcangeli e Matilde Gioli.

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Divenne anche direttore artistico del Teatro Stabile d’Abruzzo qualche anno fa. D’Alatri ritornerà al successo con le serie televisive di questi ultimi anni, “I bastardi di Pizzofalcone”, “Il commissario Ricciardi”, “Un professore”, ma non tenterà più di muovere con idee fresche e metodi del tutto innovativi il nostro cinema popolare. Lascia due figlie avute da Christiane Horedt durante una relazione durata 26 anni.

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