Marco Antonellis per Dagospia
Il corpaccione del conservatorismo Rai ha iniziato a scalciare in modo pesante. A esser preso di mira, come nella più antica delle tradizioni di Viale Mazzini, è il nuovo arrivato, il direttore generale Alberto Matassino, voluto dall’AD Salini come esecutore della sua strategia all’interno dell’azienda, anche per realizzare il rivoluzionario piano industriale che permetterà alla Rai di cambiare pelle.
La vecchia Rai, quella che non vuole cambiare e che sta facendo passare la rassicurante narrazione che il piano non si realizzerà mai, si sta impegnando per descrivere il salernitano Matassino all’esterno come un timido inesperto e incapace di reggere la baracca aziendale.
Il neo Dg però sta già lavorando da dicembre a fianco di Salini, è stato un supporto prezioso nel piano industriale ed è arrivato in Rai forte di un’esperienza, oltre che in Fandango, da Chief Financial Officer Europa e Africa del colosso media Fox, con responsabilità, tra l’altro, del personale e delle operations, nelle sedi di Amsterdam e Londra, con precedenti ruoli apicali a Los Angeles e gestione di un fatturato commerciale miliardario.
Matassino, comunque, tutt’altro che tenero (chi lo conosce, lo descrive come un mastino che non fa sconti a nessuno e con cui è meglio non incrociare le armi) non perde tempo nelle polemiche di corridoio e ha già iniziato, dalle 7 di questa mattina, a operare con decisione nelle sue nuove funzioni.
Intanto la Rai di Salini cambia pelle anche per quanto riguarda i volti: in queste ore è atteso l’incontro a viale Mazzini con Massimo Giletti per definire il ritorno del conduttore su Raiuno. Un pezzo da 90 che fa piacere agli ascolti e non dispiace alla maggioranza. Per lui, dopo l’addio firmato Campo Dall’Orto, si parla della domenica sera o del pomeriggio di Raiuno.
Varie ed eventuali: Giovanna Botteri, come già Dagoanticipato il mese scorso, è sempre più vicina alla Cina; Antonio Di Bella, Direttore di Rainews, con suo sommo dispiacere dovrà restare ancora a Roma almeno fino alle europee (sperava invece in una sede estera che probabilmente non avrà).
Antonio Preziosi, direttore particolarmente apprezzato dal duo Berlusconi-Tajani non dà ancora segni di rinnovamento: la sua linea politica all'interno della redazione viene giudicata troppo prudente e addirittura poco in linea con il cambiamento "gialloverde". Il rinnovamento della testata promesso non si è ancora visto dicono a Saxa Rubra. E poi c'è la storia della scelta di Iman Sabbah come Vicedirettore. In Rai, tra l'imbarazzo del settimo piano di viale Mazzini, non sanno più che pesci pigliare e probabilmente rimarrà a Parigi. Insomma, abbiamo scherzato.
E il direttore di Rai Tre Coletta? Beh, anche per lui molte cose potrebbero cambiare dopo il 26 Maggio. Federica Sciarelli, intanto, sta già pensando alla sua “prima serata” di politica; potrebbe cominciare già da Ottobre.
Due nomi in grande spolvero di questi tempi dalle parti di viale Mazzini sono quelli di Antonio Socci e Pietrangelo Buttafuoco: stimatissimi dal Presidente Foa per loro in Rai si sognano grandi cose, magari la superdirezione degli approfondimenti (in corsa anche Ammirati, Gianmaria e Fabiano. Hartmann e Pisoni invece sono in pole per la “superdirezione” fiction e doc).
A proposito: chiedetevi perché il Colle a distanza di così tanti mesi non ha ancora ricevuto i vertici dell'azienda radiotelevisiva di Stato.
giletti Sciarelli, coletta, iacona berlinguer