Elvira Serra per il Corriere della Sera
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«Mia madre voleva che diventassi una modella e a dodici anni mi ha iscritta a una scuola specializzata. Il corso era meraviglioso, erano tutti gentili. Ho fatto la mia prima sfilata a Taiwan e sono anche stata alla settimana della moda in Cina.
Ora mi trovo a Shanghai e voglio andare avanti, sfilare per marchi sempre più importanti, aprire spettacoli famosi». Vlada si era raccontata così, dieci giorni fa, al sito online 59.ru di Perm', la sua città negli Urali centrali. E così la ricorda adesso sua mamma Oksana, quando ci risponde per email: «Mia figlia voleva davvero fare la modella, era il suo sogno. Amava l' idea di poter sfilare a Shangai».
Vlada è morta venerdì, secondo alcuni per una infezione del sangue, secondo altri per una meningite. Era andata a Shangai per sfilare con il marchio di abbigliamento giovanile Paul Frank. Il 25 ottobre alle 10.16 ha fatto l' ultimo accesso a VK, il Facebook russo.
La stessa sera ha posato per una serie di scatti per un catalogo di gioielli e si è sentita male. I quotidiani locali russi scrivono che è andata da sola in ospedale e dopo due giorni in rianimazione è morta. Il Siberian Times , però, dà un' altra versione: la modella sarebbe crollata prima di una sfilata alla sua tredicesima ora di lavoro, con la febbre alta, probabilmente per una meningite cronica cui si era aggiunto un esaurimento fisico.
«Quello che è successo è terribile e doloroso, ma cercare un colpevole adesso non ha più nessun senso», dice con calma la mamma, che dirige la rivista per spose Svadbamag.
Ma sottolinea che sua figlia era «forte e sana, non si era mai ammalata, era zelante e allegra, sarebbe dovuta tornare presto a casa». Tornerà, dopo che il suo corpo sarà cremato in Cina. I genitori non sono nemmeno riusciti a completare in tempo le pratiche per il visto, bloccati dalla burocrazia. «L' ultima volta che ci siamo sentite mi aveva detto di essere molto stanca e di voler soltanto dormire. Ero preoccupatissima, l' avevo supplicata di andare subito all' ospedale», ha raccontato Oksana Dzyuba alla televisione online Ntv .
Ed è questo il punto su cui chiede chiarezza alle autorità cinesi Pavel Mikov, il garante dei diritti umani a Perm'. Non per trovare un colpevole, ma per attribuire le giuste responsabilità. Perché pare che Vlada non avesse un' assicurazione sanitaria, nonostante il contratto trimestrale firmato con l' agenzia cinese Esee. Sembra anche che l' adolescente avrebbe dovuto lavorare soltanto tre ore alla settimana e non sottoporsi alla maratona che l' ha sfiancata. «Nessuno si aspettava che potesse peggiorare così in fretta.
E comunque Vlada non era affamata, aveva un ottimo fisico, era alta un metro e ottanta e non aveva bisogno di fare diete», ha spiegato al sito Urali.ru Elvira Zajtseva, direttrice dell' agenzia «Great Model» dove Vlada aveva cominciato a lavorare due anni fa. La stessa donna che pochi giorni prima si era detta entusiasta del talento di questa giovane modella, pronta a mandarla alle sfilate europee non appena l' età lo avesse permesso.
«La mia figlia preferita. Orgoglio di mamma», era stato il commento della madre Oksana il 18 ottobre scorso, quando aveva postato su VK le foto di Vlada e quella piccola intervista rilasciata a 59.ru , quando il sito aveva dedicato un articolo a Vlada e a Daria Konovalova, una diciassettenne sempre di Perm' che negli stessi giorni doveva sfilare a Tokyo. Le due piccole celebrità locali.
Vlada Dzyuba l' 8 novembre avrebbe compiuto 15 anni. Per inseguire il suo sogno aveva lasciato la scuola. «Non è mai entrata in coma, poco prima di morire era cosciente e reagiva alla luce», ha detto il console russo a Shangai Andrej Kulikov. Nel sangue non sono state trovate tracce di alcol o di droga. Solo una stanchezza formidabile. Il prezzo di un sogno.