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La scarificazione è tipica delle tribù Bodi e Surma dell'Etiopia, Nuer del Sud Sudan e Karamojong dell'Uganda.
Per le ragazze Surma il procedimento è volontario e durante il rituale, che prevede l'uso di spine e lamette, non devono mostrare dolore. Soffrono le pene dell'inferno per dieci minuti ma non emettono una parola, per non far vergognare la famiglia. Resistere alla sofferenza dimostra che saranno in grado di affrontare un parto in futuro.
Per gli uomini le cicatrici sono segno di forzaPer i Nuer le cicatrici sono segno di maturità e forza, accompagnano il passaggio da adolescente a uomo. Molti usano linfa e cenere per curare le ferite, rendendole così più prominenti. Sei linee sulla fronte sono segno di appartenenza alla tribù. In questo periodo di conflitti fra tribù, un tale segno di riconoscimento può essere fatale.
I Taposa usano un particolare disegno a puntini anche sul viso, oltre a elaborati motivi sul petto. Non si tratta di incisioni sulla pelle e basta. Sono parte della cultura locale, segno di appartenenza e di bellezza.
Il fotografo francese Eric Lafforgue ha immortalato questi disegni nei suoi viaggi in Africa. Ha scoperto che nelle zone urbane la scarificazione non è apprezzata. Si sta spiegando alle tribù che si tratta di una pratica pericolosa: usare le stesse lamette può portare al contagio di epatite e Aids.
La scarificazione aggiunge bellezza secondo la tradizione