Maria Volpe per il "Corriere della Sera"
Al Bano e la Russia, un grande amore. Tanti i suoi concerti a Mosca, tanti gli onori e i successi che i russi hanno riservato al cantante di Cellino San Marco. In Russia Al Bano si è esibito «l'ultima volta quattro anni fa, prima del Covid. Ora avevo in programma tanti concerti, da Mosca a San Pietroburgo, vediamo gli sviluppi di questa situazione drammatica. Non vedo l'ora di cantare la pace tra i popoli».
L'artista pugliese come tutta l'umanità non si aspettava certo di svegliarsi ieri con la notizia della guerra «È stato terribile. Io sono un uomo di pace. Una notizia inaccettabile e anacronistica, il mondo si rivolta contro la guerra. Anche perché a farne le spese è sempre la povera gente. Nessuno se l'aspettava, speravamo tutti nella via diplomatica. Spero ancora che ci sia tempo per trovare un accordo».
E nonostante la musica, specie quella dal vivo, sia la sua vita Al Bano confessa che se oggi la Russia lo chiamasse per un concerto non ci andrebbe: «Una volta quando mi chiamarono in Afghanistan, dissi no. E poi non credo che i russi abbiano tanta voglia di divertirsi. Questa situazione dà fastidio a tutta l'umanità. Vorrei fare davvero un appello a tutti, alla Russia, e all'Ucraina: deponete le armi e tirate fuori l'intelligenza».
Al Bano non vuole fare distinzioni. «Putin? Non solo lui deve capire quanto è grave la situazione. Tutti devono farlo, tutti devono applicarsi per arrivare alla pace. Da ogni parte ci deve essere ragionevolezza. Tutti devono adoperarsi per arrivare alla pace: russi e ucraini sono fratelli, non devono dimenticarlo».
E a proposito di Ucraina, nel marzo 2019, il governo di Kiev lo aveva inserito nella lista degli indesiderati, in quanto «minaccia alla sicurezza nazionale», contestandogli alcune dichiarazioni sull'appartenenza della Crimea alla Russia. Ma tutto si è risolto: «Ho parlato con l'ambasciatore e ha capito che non meritavo quella presa di posizione e mi ha cancellato dalla black list. Io ho sempre seminato pace. Sono un cantante, non un politico. Oggi con l'ambasciata ucraina qui a Roma abbiamo rapporti umani straordinari».
E un artista non smette mai di sognare. Per questo va oltre l'augurio della pace. Ha una speranza «folle»: «Che un gruppo di scienziati inventi un vaccino anti guerra da iniettare a tutti gli esseri umani che nascono affinché sparisca dal cervello umano la fama di potere. Basta con i Napoleoni e gli Hitler».