Luca Dondoni per "la Stampa"
«Sono molto contento, prima di tutto perché questo è un grande segnale di ripartenza per il teatro Nuovo di Dogana di San Marino, ma anche per lo spettacolo, così come lo è stato l'Ariston per il Festival di Sanremo. San Marino mi ha accolto con calore e aver vinto potendo così andare all'Eurovision Song Contest sarà una grandissima opportunità.
Lo farò con una canzone che si intitola Stripper e, certo, sarò avversario dell'Italia, ma penso che in generale essere su quel palco a Torino sarà una grande opportunità per tutti noi artisti e intendo ovviamente anche Mahmood e Blanco. Sarà bellissimo potersi esibire davanti a una platea così grande regalando alla mia musica e alle mie performance un palcoscenico di livello internazionale. "L'antica terra delle libertà", così è conosciuta San Marino nel mondo, mi ha permesso di partecipare al suo festival e quindi il mio saluto non può essere: ci vediamo a Torino!».
A caldo, appena vinto il festival «Una voce per San Marino» Achille Lauro si è emozionato tanto che nemmeno ha sentito la chiamata sul palco dei presentatori Jonathan Kashanian e Senhit che lo rivolevano ascoltare per chiudere una trasmissione talmente vintage da richiamare i fasti Anni 80 della lombarda Antenna 3. D'altra parte Achille Lauro rappresenterà San Marino all'Eurovision 2022 in programma dal 10 al 14 maggio a Torino e non è cosa da poco.
A riprova di quanto l'Eurovision sia diventato importante, in questi giorni si erano inseguite le voci di Orietta Berti ingaggiata dall'Armenia e Tananai dalla Svizzera: erano bufale. Non lo è invece quella di Emma Muscat (già finalista ad Amici 2018, l'anno che vinse Irama) che essendo di nazionalità maltese correrà per l'Isola Stato del Mediterraneo. Tornando a Lauro, voci ben informate davano il cantante romano iscritto a «Una voce per San Marino» addirittura in anticipo rispetto al festival di Sanremo, una strategia ben precisa per la sua immagine.
La giuria, presieduta anche da Mogol, ha premiato un autentico stratega della comunicazione che sui suoi tatuaggi, i suoi silenzi, la sua estrema gentilezza unita a scelte estetico/stilistiche legate al guru Alessandro Michele (Gucci), sta costruendo una carriera.
Per l'Eurovision la strada sembra in discesa, ma in verità Lauro ha dei paletti da schivare. Il delegato del microstato incastonato tra le colline romagnole dovrà prima superare le semifinali, la prima si svolgerà il 10 maggio e la seconda il 12, poiché San Marino non è tra le cosiddette «big five», ossia le cinque nazioni che hanno per prime sostenuto economicamente l'Ebu, l'Unione europea di radiodiffusione che organizza la kermesse, e che sono finaliste di diritto. Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito porteranno i loro cantanti direttamente alla serata del 14 maggio. Per noi sul palco del PalaAlpitour ci saranno Mahmood e Blanco, al momento considerati dagli scommettitori i principali favoriti alla vittoria.
Quindi qual è il paletto più difficile da scansare? Semplice, le «Big 5» possono contribuire a determinare quali Paesi passeranno alla serata finale del 14 maggio ma con diritto di voto in una sola delle due semifinali. In particolare, all'Italia e alla Francia è stato accordato diritto di voto nella prima quindi, visto che Achille Lauro canterà nella seconda semifinale, quella del 12 maggio, questo impedirà agli italiani che seguiranno la diretta su Rai1 di votarlo.
Qualora l'artista romano si qualificasse per la finale, i fan italiani avranno invece la possibilità di spingere per dare a lui i propri 12 punti al televoto. Lauro nella seconda semifinale potrà contare sul voto eventuale di tanti Stati che però non lo conoscono benissimo. In più, come da regolamento, San Marino non può auto-votarsi, così come non potrà farlo nemmeno l'Italia in finale per i propri artisti, Mahmood e Blanco con Brividi. Insomma, se Achille Lauro riuscirà ad arrivare in finale sarà già un successo. Sicuramente avrà ampliato la sua popolarità anche all'estero.
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