1. RENZI TAGLIA LE VACANZE AI MAGISTRATI E LE TOGHE SPARIGLIANO IN EMILIA ROMAGNA 2. BOCCIATA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA E IL PREMIER SPACCONE: “BRRR…CHE PAURA!” 3. IL PREMIER È PRONTO A REPLICARE LO SCHEMA ANCHE SUL LAVORO E NON VEDE L’ORA DI RIPETERE LA BATTUTA FATTA AI MAGISTRATI CON I SINDACATI. NON È CHE È FATTO COSÌ: È IL SUO METODO. ASFALTARE E DELEGITTIMARE L’AVVERSARIO DI FRONTE ALL’OPINIONE PUBBLICA, DIPINGENDOLO COME LA RAPPRESENTAZIONE DEL VECCHIO CHE FRENA IL CAMBIAMENTO 4. A TANTA BALDANZA, PERÒ, DOVREBBE SEGUIRE L’EFFICIENZA DEI FATTI E INVECE NON SONO STATE ANCORA SCRITTE LE NORME SULLA RIFORMA DEL PROCESSO CIVILE APPROVATA IL 29 AGOSTO. VISTO CHE NON C’È UNO STRACCIO DI TESTO SCRITTO, IN UN MONDO NORMALE DOVREBBERO ESSERE I MAGISTRATI A DIRE AL GOVERNO: “BRRR…CHE PAURA!”

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Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. AVVISI AI NAVIGATI

Matteo Renzi Matteo Renzi

La magistratura associata boccia senza appello la riforma della giustizia e il premier spaccone ironizza: “brrr…che paura!”. Alle toghe non va giù che il sottotitolo delle nuove misure sia: “i magistrati lavorano poco e sbagliano spesso”. Che è esattamente il messaggio che serve a Renzie per tirare dritto di fronte all’opinione pubblica e mostrare i muscoli con le toghe.

 

Il premier è pronto a replicare lo schema anche sul lavoro e non vede l’ora di ripetere la battuta fatta ai magistrati con i sindacati. Non è che è fatto così: è il suo metodo. Asfaltare e delegittimare l’avversario di fronte all’opinione pubblica, dipingendolo come la rappresentazione del vecchio che frena il cambiamento. A tanta baldanza, però, dovrebbe seguire l’efficienza dei fatti e invece non sono state ancora neppure materialmente scritte le norme sulla riforma del processo civile approvata il 29 agosto dal Consiglio dei ministri. Visto che non c’è uno straccio di testo scritto, in un mondo normale dovrebbero essere i magistrati a dire al governo: “Brrr…che paura!”

 

Andrea Orlando Andrea Orlando

 

2. LO SCONTRO CON LE TOGHE

Dunque esplode lo scontro con i magistrati, dopo mesi di confronto con il ministro Orlando: “Riforma e meno ferie, toghe contro il governo. L’Anm: piano punitivo, sui giorni liberi grave insulto. Il premier ironizza: brrr…che paura! Per l’associazione le modifiche della prescrizione non toccano l’intervento del 2005, ‘prodotto di una delle varie leggi ad personam’” (Corriere, p. 2).

 

Su Repubblica, “Riforma punitiva’. Ma Renzi gela l’Anm. Magistrati irritati per il taglio delle ferie deciso d’autorità. Bocciato anche l’impianto delle nuove norme su civile e penale. Il premier tira dritto: ‘Brrr, che paura…’ Rispunta al Senato la responsabilità civile ‘dura’ voluta dalla Lega: ipotesi fiducia” (p. 11). La Stampa dà spazio agli avvocati che vanno contro la magistratura: “Lancia alla politica l’ennesimo diktat” (p. 7). Silenzio del ministro Orlando. Ha parlato troppo prima.

 

 

3. E LE TOGHE SPARIGLIANO IN EMILIA ROMAGNA…

stefano bonaccini stefano bonaccini

Pd totalmente in confusione per l’inchiesta della magistratura bolognese sui rimborsi spese della Regione: “Caos Pd, sotto inchiesta i vertici in Emilia. Accusa di peculato per 8 consiglieri regionali. Bufera sui due candidati governatori: Bonaccini e Richetti che rinuncia alla corsa per le primarie”. Poi, spazio alle letture complottiste: “La paura dei democratici: ‘I megistrati si vendicano e così cercano di azzerarci’. Al Nazareno si lega la vicenda alla svolta garantista del partito” (Repubblica, p. 2).

 

MATTEO RICHETTI MATTEO RICHETTI

Anche sul Corriere la reazione del partito: “Che botta’. E ora i dem cercano un nome forte. L’ipotesi Delrio e la suggestione Bersani. Ma lo staff dell’ex segretario frena: ‘Come amministratore locale ha già dato”. Il terremoto nel partito arriva fino al Nazareno. A Renzi potrebbe non dispiacere il rientro in partita del sindaco di Imola Manca” (p. 6).

 

Per Repubblica, “torna il pressing su Delrio e spunta anche Prodi” (p. 4). La Stampa invece punta su una sfida tra ministri: Delrio contro Poletti (p. 2). Il Cetriolo Quotidiano osserva: “Adesso tutti guardano a Graziano Delrio, sottosegretario a Palazzo Chigi in rotta con il premier” (p. 2).

 

 

4. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Il premier va da Bruneo Vespa e promette meno tasse sul lavoro: “Tasse sul lavoro ed euro, affondo di Renzi. ‘Bene la Ue, ma la crescita è peggiorata’. E annuncia un taglio del cuneo fiscale”. “Per estendere il bonus e ridurre l’Irap servirebbero oltre 6 miliardi di fondi. L’obiettivo di allargare agli ‘incapienti’ il beneficio degli ottanta euro al mese e l’ipotesi di nuove misure per le imprese” (Corriere, p. 5). Per il Messaggero, ecco il piano del governo: “Sconti per chi assume giovani a tempo indeterminato. Il governo progetta di defiscalizzare la contribuzione che pesa sulle aziende. Nei piani una ulteriore riduzione Irap” (p. 3).

GRAZIANO DELRIO GRAZIANO DELRIO

 

Oltre ai nuovi fondi che servono, ci sono i risparmi che il governo già adesso fatica a portare a casa: “Il governo a caccia di 20 miliardi. Rilancio su scuola, difesa e Irap. Al via oggi il confronto con i ministri per individuare i tagli agli sprechi. Servono 900 milioni per l’istruzione e 7-800 per le forze dell’ordine” (Corriere, p. 8). Repubblica dà conto delle difficoltà: “Tagli, i ministeri si fermano a 6 miliardi. Levata di scudi nel governo: così si mette in crisi il sistema. Palazzo Chigi chiederà una  lista di risparmi ai singoli dicasteri. Le pensioni non saranno toccate, meno assicurazioni per il settore sanitario. Sono necessari 10 miliardi per poter rinnovare il bonus di 80 euro” (p. 8).

 

Anche la Stampa fa capire che la strada è in salita: “Spending review, la Sanità frena. Oggi a Palazzo Chigi il premier chiederà un elenco di tagli. Lorenzin: i nostri 110 miliardi non si toccano” (p. 5). La Lorenzin è una delle ministre preferite di Renzie, vediamo se cambierà qualcosa nelle classifiche di gradimento di Palazzo Chigi.

 

 

5. LA CACCIATA DI “BELLICAPELLI”

Giuliano Poletti Giuliano Poletti

Ci siamo, dopo giorni di battute e illazioni: “Marchionne-Montezemolo, accordo per il divorzio con ‘l’onore delle armi’. Ieri vertice a Maranello, oggi in due note l’ufficializzazione dell’intesa. L’ad Fiat sostituirà il presidente Ferrari riconoscendone i meriti” (Repubblica, p. 12). Cambia anche la strategia: “Il polo del lusso unirà Cavallino, Maserati, Alfa. Marchionne vuole sinergie semrpe più forti tra Torino e Maranello. Il soggetto potrebbe essere quotato a parte” (p. 12).

 

Il Sole 24 Ore sintetizza bene la situazione e fa qualche cifra: “Ferrari: Marchionne al comando. Si tratta sulla buonuscita di Montezemolo: si parte da 14 milioni, l’ipotesi dei 25-30” (prima pagina del dorso Finanza & Mercati). Soldi freschi da mettere in Italo?

 

Per il Cetriolo Quotidiano, invece, lo scontro non si placa. “Maranello, scontro finale. Niente accordo nell’incontro tra Marchionne e Montezemolo, pronto a ricorrere agli avvocati” (p. 6). Il Giornale si diverte a guardare sui due fronti: “Luca e Sergio, lo scontro è fra due club. Da un lato Rossella, Mentana e Della Valle. Ma l’ad della Fiat conta su Squinzi e la Torino ‘rossa’” (p. 12).

 

PIERLUIGI BERSANI PIERLUIGI BERSANI

Il Corriere spiega: così il futuro “Le scelte di Fiat per Wall Street e il ruolo del Cavallino. L’attesa per la prima riunione londinese del board di Fca a fine ottobre. Analisti divisi sulle prossime mosse. Appena settemila le Ferrari vendute ogni anno in tutto il mondo, volumi da autentico bene di lusso” (p. 30). “Staffetta Marchionne-Montezemolo nell’anno dei conti record. Le ipotesi sulla Borsa. Attese del mercato sulle rosse in Fca. Il top manager alla presidenza e la squadra” (p. 31).

 

Intanto non dite alla Fca anglo-olandese che è partita “la crociata degli Usa contro l’elusione fiscale. ‘Basta utili all’estero’. Congresso e Casa Bianca studiano misure contro la tax inversion. Nel mirino finirebbero anche Burger King, Apple e Mountain View” (Repubblica, p. 27).

BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE BEATRICE LORENZIN FOTO LAPRESSE

 

 

6. UN CAPOLAVORO CHIAMATO ITALO

Sempre per restare in zona Montezemolo, eccoci a quel capolavoro del capitalismo di relazione che è l’alta velocità privata. Lo racconta bene il Cetriolo Quotidiano: “Ntv, Luca e Diego capitalisti di relazione con i soldi altrui. Se Italo dovesse fallire i due azionisti perderebbero 9 milioni ciascuno. Ma la banca Intesa Sanpaolo, creditrice e azionista, ne rischia oltre 400. Il 24 giugno 2008 Intesa compra azioni per 60 milioni come Generali, mentre la francese Sncf investe 84 milioni. Con 28 milioni in tutto Della Valle, Montezemolo e Punzo comandano su un’operazione da un miliardo” (p. 11). I furbetti del trenino?

Sergio Marchionne e Luca di Montezemolo Sergio Marchionne e Luca di Montezemolo

 

 

7. SPRECHI D’ITALIA

Il Corriere va a vedere come vanno le cose sui 60 chilometri della nuova autostrada Brescia-Milano e il reportaggio è impietoso: “Brebemi, corsie vuote e pochi cartelli. L’autostrada che nessuno percorre. I costi sono più alti del percorso tradizionale. ‘Ma è presto per i bilanci’. Il piano industriale prevedeva flussi giornalieri di 40mila veicoli all’inizio e 60 mila a regime. Le previsioni sono state riviste al ribasso e dall’inizio di settembre i numeri sono in ripresa” (p. 24).

 

 

8. TELECOM-MEDIA

diego della valle diego della valle

Telecom Italia prova a uscire dall’isolamento con nuovi accordi: “Telecom tratta per portare Netflix in Italia. L’ad Patuano vedrà il numero uno della società Usa a Bruxelles il prossimo primo ottobre. Il nodo di diritti e contenuti in italiano per la società Usa già presente in Europa. Il titolo sale di oltre il 3% a Piazza Affari sulle attese di un’offerta per Tim Brasil entro fine mese. Voci di un possibile ingresso di Vivendi in Mediaset Premium al posto di Telefonica” (Stampa, p. 23).

 

marco patuano ad telecom italia marco patuano ad telecom italia

 

 

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