claudia gerini carlo verdone viaggi di nozze
Fulvia Caprara per “la Stampa” - Estratti
(...) Nel nuovo film di Vincenzo Alfieri Il corpo (fuori concorso al Tff che si apre venerdì) Claudia Gerini è una dark-lady ferita dall'amore, pronta a tutto pur di ottenere quello che vuole: «Fare la perfida mi piace, ma, per diventare Rebecca, ci è voluto coraggio. E' una "self made woman", ha un gran talento manageriale, un carattere spigoloso, una personalità eccentrica e forte, ma è anche una donna molto sola».
Condizione che spesso caratterizza le signore che raggiungono obiettivi professionali notevoli. Secondo lei perché?
«Perché per molti uomini è difficile stare accanto a donne impegnate, che prendono decisioni, ci riescono in pochissimi. I maschi di potere, invece, possono sempre contare sulla moglie buona e tranquilla che sta a casa e si accontenta».
Rebecca è una sfida. Perché l'ha accettata?
«Il primo a stupirsene è stato lo stesso regista, ma io sono sempre stata così, impavida, mi butto, mi immergo al cento per cento nei ruoli. Mi piacciono scelte fuori dai percorsi convenzionali, linguaggi nuovi. Non amo ripetermi e cerco di interpretare film che mi piacerebbe vedere da spettatrice».
Tornerà a dirigere un film?
«Sì, ci sto già pensando, ma sono anche concentrata su nuovi progetti da produrre e interpretare, penso alla storia di Gabriella Ferri, anche se è un po' presto per parlarne. La regia ti impegna per un anno intero, il film d'esordio lo fai di getto, il secondo è più difficile, devi trovare una storia in cui credi appassionatamente. E poi io sono un'attrice pura, amo passare da un mondo all'altro».
A gennaio festeggerà i 30 anni dall'enorme successo di Viaggi di nozze. In che cosa si sente diversa?
«Sono diventata più consapevole, so come funziona il cinema, mi sento cresciuta».
Come potrebbe essere la Jessica del 2025?
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«Lavorerebbe di sicuro in un centro estetico, sarebbe fissata con i filler, le sopracciglia tatuate, le unghie smaltate, le bocche gonfiate, Jessica sarebbe una "rifattona"».
Con Carlo Verdone c'è sempre stata un'intesa particolare. Su che cosa si basa?
«Una grande ironia. I motivi per cui, tra attori, scattano certi click sono misteriosi, appena siamo insieme io e Carlo diventiamo subito marito e moglie, c'è una chimica speciale, funzioniamo. Abbiamo in comune il carattere tranquillo, l'amore per la musica, ci vogliamo bene. Di film insieme ne abbiamo fatti tre, evidentemente, nella nostra collaborazione , c'è qualcosa di felice».
Agli impegni di lavoro ha sempre aggiunto l'attenzione alle cause del sociale. Perché?
«Mi sento investita di una responsabilità, penso di dover sfruttare la mia popolarità per stare al fianco di chi porta avanti battaglie per proteggere le donne, i bambini, i disabili. Cerco di fare la differenza, come se dovessi restituire quel che ho avuto, ma in modo naturale, con amore. Sono Sagittario, e i Sagittari vogliono portare la giustizia nel mondo».
Sui social gira un video in cui cucina con sua figlia. Da dove è nata l'idea?
«L'iniziativa si chiama Parents Talk, si richiede ai genitori di fare con i figli una cosa mai fatta prima. Nel video sono con la figlia quindicenne, mi è venuto in mente di preparare gli gnocchi, come faceva mia nonna, a mano, di domenica».
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Lei che tipo di madre è?
«La maternità mi ha cambiata, mi sono impegnata ad essere presente nelle vite delle mie figlie. Per fortuna sono due brave ragazze. La prima ha 20 anni, studia teatro a New York, la seconda è al liceo».
Quindi la prima vuole fare l'attrice. Ne è contenta?
«Sono felicissima, ha già fatto qualche piccola esperienza, penso che abbia percepito quanto possa essere bello questo mestiere, anche se è difficile, rischioso, e impegnativo».
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Le sue figlie sono le donne di domani. La condizione femminile è migliorata?
«La strada per l'emancipazione è ancora lunga, ma la presa di potere avverrà, inesorabilmente, nella nostra cultura occidentale sono stati messi a segno tanti obiettivi, dal MeToo alla ribellione contro il patriarcato e contro regole ataviche che, alle nostre antenate, apparivano immutabili. I miglioramenti ci sono stati, ma c'è ancora tanto da fare».
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