Caro Dago,
nella lettera che ti ha inviato, Federico Vespa liquida la storia che racconteremo stasera come già nota e uscita nel 2015. In realtà, tutto ciò che fino a oggi si sapeva del suo ruolo durante la reclusione di Cuffaro a Rebibbia era compreso in quest’unica frase: “tra i volontari su cui l'ex governatore fa affidamento c'è Federico Vespa, figlio di Bruno e di Augusta Iannini”.
Stasera manderemo in onda la telefonata inedita tra il dott. Vespa, direttore del giornale che l’ex Nar Luigi Ciavardini distribuisce in carcere a Rebibbia, e la moglie di Cuffaro. Nel corso della conversazione la consorte dell’ex presidente della Regione Siciliana gli comunica la difficoltà nel far entrare in carcere alcuni fogli per il marito e Federico Vespa la rassicura: “Li faccio entrare io, li metto in un quaderno… non mi fanno molte storie se entro con un quaderno”.
Circostanza che, per come prospettata al telefono, rappresenterebbe una grave violazione delle leggi penitenziarie, tanto più che il detenuto interessato era recluso per una condanna definitiva per favoreggiamento della mafia.
L’inchiesta ricostruisce inoltre la rete di affari dell’associazione Gruppo Idee e delle cooperative legate alla famiglia Ciavardini. Lavorano nel verde pubblico con ex detenuti e l’anno scorso hanno fatturato quasi 2 milioni e mezzo
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