RITRATTO DI MAURIZIO MOLINARI BY MASNERI: “ATLANTISTA E BUSHISTA, COSÌ È ARRIVATO ALLA DIREZIONE DELLA ‘STAMPA’. JOHN ELKANN VA A CONSULTARLO A NEW YORK - SI CERCA LA MENTE CHE HA CONIATO PER GRAMELLINI IL TITOLO DI DIRETTORE CREATIVO, COME FOSSIMO A GUCCI O VALENTINO...”

“Romano di Testaccio, middle class, cinquantuno anni da poco compiuti, una passione per la A.S. Roma, gli capita di scrivere di James Pallotta e il suo mito personale pare sia Agostino Di Bartolomei. Ha cominciato alla Voce Repubblicana. È stato a New York come corrispondente, nel 2001. Prima è stato a Bruxelles, poi andrà a Gerusalemme”… -

Condividi questo articolo


Michele Masneri per “il Foglio”

mol24 gianni riotta maurizio molinari mol24 gianni riotta maurizio molinari

 

Romano ma con etica e cravatte americane-torinesi, grande lavoratore, non proprio un burlone. Così Maurizio Molinari, nuovo direttore in pectore della Stampa. Romano di Testaccio, middle class, cinquantuno anni da poco compiuti, una passione per la A.S. Roma, gli capita di scrivere di James Pallotta e il suo mito personale pare sia Agostino Di Bartolomei, capitano negli anni Settanta. Ha cominciato alla Voce Repubblicana; Stefano Folli ricorda con il Foglio di una classica “grande promessa, mandava dei pezzi da Gerusalemme dove studiava all’Università ebraica, già si capiva che era un esperto di relazioni internazionali”.

mol27 giuseppe di segni maurizio molinari mol27 giuseppe di segni maurizio molinari

 

Ebraismo e partito Repubblicano come punti di riferimento (“Nella Prima Repubblica se eri filoisraeliano era l’unica parte dove poter stare”, dice un osservatore, ma c’è anche una grande tradizione risorgimentale mazziniana-ebraica). Relazioni internazionali, però, e non semplicemente Esteri, perché Molinari rientrerebbe nella “tradizione dei giornalisti-analisti che sono stati molto all’estero. I Gawronski, i Rampini. Ma anche i direttori-notisti alla Ronchey-Levi”, dice Gianni Riotta, condirettore alla Stampa quando Molinari viene mandato a New York come corrispondente, nel 2001.

 

Ci rimane fino all’anno scorso. Prima è stato a Bruxelles, poi andrà a Gerusalemme. Direttori-notisti consultabili anche in tempi pre-Twitter per aggiornamenti di fascia altissima dall’Avvocato Agnelli, e l’Avvocato naturalmente dà il suo gradimento per l’invio a New York.

 

mol18 maurizio molinari giulio anselmi mol18 maurizio molinari giulio anselmi

Epoca Bush, post 11 settembre. “Molinari è un atlantista” pare abbia detto l’Avvocato dando la sua benedizione. E atlantista è rimasto, così come bushista (all’ex presidente ha dedicato il saggio “George W. Bush e la missione americana”, Laterza, 2004), e già il termine “missione” fa parte del vocabolario molto yankee molinarista, come quello di “frontiera” e “America” (con una erre arrotata però diversa da quella dell’Avvocato).

 

A New York, amici italiani: Christian Rocca, all’epoca corrispondente del Foglio (ma anche Molinari ha collaborato col Foglio), e Antonio Monda, ambasciatore cineculturale italiano in città. “Mostruosa capacità di lavoro”, sottolineano tutti, tendenza a coprire tutto il copribile, anche gli spettacoli (ultimamente è molto attivo su Instagram).

 

MAURIZIO MOLINARI MAURIZIO MOLINARI

“E’ l’unico corrispondente italiano a partecipare sempre alla riunione delle undici di mattina” dice Rocca (sono le cinque, a New York, col fuso, in conference). Visite alla Sinagoga dell’Upper West Side, cene alle 20, perché poi si va a letto alle ventidue al massimo (per la suddetta riunione antelucana). Della scelta del ristorante si occupa la moglie Micol, che di cognome fa Braha, ebrei libici di stanza a Milano, avvocato.

 

Due coppie di gemelli, non ai polsi, ma come prole. Camicie bianche e cravatte a righe Brooks Brothers, agnellismi con moderazione; John Elkann pare vada a consultarlo a New York. Tanta televisione: ospite fisso di “Otto e mezzo” ai tempi di Giuliano Ferrara, che dice: “In una trasmissione sbarazzina come la mia, mi collegavo con lui e oltre a dare ineccepibilmente notizie apriva la frase incessantemente con le parole ‘l’Amministrazione americana’, il che innalzava subito il tono anche formale del tutto”.

 

MAURIZIO MOLINARI MAURIZIO MOLINARI

“Dice sempre ‘l’Amministrazione’, e non ‘Obama’”, per esempio, anche se è a cena con gli amici più stretti, riferisce un amico. Libri pure tanti: il primo, sull’identità degli ebrei italiani, uscito nel 1991, con prefazione di Giovanni Spadolini (“Molinari è giornalista, ma giornalista che ama la documentazione, il rigore delle citazioni, la lettura attenta delle fonti”). L’ultimo uscirà il 4 dicembre per Rizzoli, si intitola “Jihad-Guerra all’Occidente”, ed è aggiornato ai fatti di Parigi, dicono soddisfatti in casa editrice.

 

Il fatto che la nomina a direttore sia arrivata nel giorno del Ringraziamento americano pare avere una sua coerenza. Alla Stampa si cerca intanto la mente raffinatissima che ha coniato per Massimo Gramellini, papabile, il titolo di “direttore creativo”, come se fossimo a Gucci o Valentino.

MAURIZIO MOLINARI MAURIZIO MOLINARI

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….