LA ROMA DEI GIUSTI - NON POSSIAMO CHE RALLEGRARCI PER “HOLIDAY”, UN BUON CRIME ITALIANO, NON AMBIENTATO A ROMA, E, CASO MIRACOLOSO, NON INTERPRETATO DAI SOLITI ATTORI ROMANI – UN PO’ CONTORTO NELLA COSTRUZIONE NARRATIVA MA FUNZIONA BENE. ANCORA MEGLIO L’AVER PUNTATO TUTTO SULLE DUE RAGAZZETTE AMMALATE DI SESSO E SBALLO (“VOGLIO UNA BOCCIA DI VODKA, VOGLIA UNA STRISCIA DI COCA…”) CHE SI TOCCANO IN CONTINUAZIONE, SI AMANO, SI APRONO AL MONDO… - VIDEO

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Marco Giusti per Dagospia

 

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Proprio mentre i vecchi cinefili discutono accanitamente sulle vecchie sale cinematografiche romane con i cessi fin troppo frequentati dalla comunità gay (e non solo) descritte in “Nuovo Olimpo” di Ferzan Ozpetek, che è girato dentro il vecchio cinema Embassy, oggi ahimé chiuso, non possiamo che rallegrarci per aver finalmente un buon crime italiano, “Holiday” diretto dall’ Edoardo Gabbriellini del non dimenticato “I padroni di casa”, già passato a Toronto, non ambientato né a San Lorenzo né a Testaccio, ma sulla costa ligure, e, caso miracoloso, non interpretato dai soliti attori romani, ma da due ragazze del tutto inedite, Margehrita Corradi e Giorgia Frank, e da attori genovesi come Alice Arcuri (“Doc3”) e Alessandro Tedeschi. 

 

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Un po’ contorto nella costruzione narrativa, la sceneggiatura è firmata da Michele Pellegrini, Carlo Salsa e dallo stesso regista, con una non semplicissima sovrapposizione tra passato e presente, è un vero e proprio giallo, con tanto di crimine efferato diventato subito un caso mediatico da provincia violenta, una possibile assassina rilasciata dopo due anni di prigione perché ritenuta innocente, e un groviglio di relazioni familiari e sentimentali che coprono la verità sul delitto e ne potrebbero anche fornire le motivazioni più profonde. 

 

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Ovviamente, al centro di tutto, c’è la tossicità di una famiglia disfunzionale padrona dell’albergo Holiday che è lo scenario del delitto. Un padre simpatico e barbuto che parla genovese, Alessandro Tedeschi, una madre bella, perfetta e gelida che lo tradisce, Alice Arcuri, una figlia, Veronica, interpretata da Margherita Corradi, che è il suo esatto opposto e sfoga nel cibo, nella confusione e nell’amicizia fin troppo stretta con la bella Giada, Giorgia Frank, il suo non sentirsi all’altezza della madre. 

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Quando la mamma, assieme a un amante, vengono ritrovati morti nella spa dell’albergo, traforati da colpi di forbicioni da giardino (mai trovati) viene accusata la figlia Veronica, perché ritrovata piena di sangue e in stato confusionale. E’ stata lei? Il film si apre appunto con Veronica appena uscita di prigione, tornata nell’albergo Holiday, accolta dal padre e pronta a uscire con la sua amica Giada. 

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L’idea di sceneggiatura è appunto quella di raccontare su tre piani temporali diversi la storia, quello di oggi, con Veronica e Giada che ripensano all’accaduto, ma vogliono anche divertirsi, Veronica è ancora vergine, quello del processo, e quello di ciò che è veramente accaduto due anni prima. 

 

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Direi che come crime, rispetto a tutto quel che vediamo ormai sulle piattaforme, funziona piuttosto bene ma funziona ancora meglio l’aver puntato tutta la storia sulle due ragazzette di provincia ammalate di sesso e sballo (“voglio una boccia di vodka, voglia una striscia di coca…”) che si toccano in continuazione, si amano, si aprono al mondo. In sala dal 23 ottobre.

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