A ROMA C’E’ UNA TARGA PER TUTTI, TRANNE CHE PER MORAVIA E CALVINO - PASOLINI TOTALIZZA 5 LAPIDI NELLE SUE VARIE CASE E ALL’IDROSCALO DI OSTIA DOVE VENNE UCCISO. ALBERTO MORAVIA, ROMANZIERE INCOMPRENSIBILE SENZA L’URBE, NON HA UNA TARGA NEMMENO DAVANTI ALLA SUA CASA-MUSEO IN LUNGOTEVERE DELLA VITTORIA 1, APERTA AL PUBBLICO. NIENTE MEMORIA PER ALBERTO ARBASINO IN VIA GIANTURCO 4. E PER ITALO CALVINO IN PIAZZA DI CAMPO MARZIO (E SAREBBE ASSOLUTAMENTE ORA, VISTO CHE IL 2023 È L’ANNO DEL CENTENARIO DELLA SUA NASCITA) – I PROBLEMI BUROCRATICI E LE LITE CONDOMINIALI…

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Estratto dell’articolo di Paolo Conti per “La Lettura - Corriere della Sera”

 

alberto moravia casa museo 6 alberto moravia casa museo 6

«Vivere a Roma è un modo di perdere la vita», scrive Ennio Flaiano in uno dei suoi fulminanti appunti dedicati all’immenso fondale urbano della Dolce vita, capolavoro cinematografico di cui firma nel 1959-1960 con altri — tra cui ovviamente il regista Federico Fellini — la sceneggiatura.

 

Flaiano ha 50 anni, i problemi di cuore sono ancora lontani, è nel pieno delle forze: certo non immagina che, anni dopo la sua morte avvenuta nel 1972, la sua traccia non si perderà ma apparirà su una lapide all’ingresso di via Montecristo 6, nel cuore di Montesacro, la sua casa dal 1953 flaianamente appartata, lontana dai salotti romani e dal centro, quindi dalla «sua» via Veneto.

 

Roma è insuperabile nella gestione della memoria. L’archeologia romana, il medioevo, il rinascimento e poi la modernità convivono sovrapponendosi. I Savoia non distrussero mai una sola lapide papale sulle grandi opere. Lo stesso la Repubblica con gli stemmi Savoia. E così romani e turisti «leggono» le tracce della storia, dell’archeologia, dell’arte e dell’architettura ma anche della letteratura sui muri di Roma e tra i vicoli dove, come cantò Lucio Dalla, qualcuno scrive sempre una canzone, o una poesia, o un romanzo. Un palinsesto plurisecolare e cosmopolita, com’è nell’identità millenaria di Roma Eterna.

alberto moravia casa museo alberto moravia casa museo

 

(...)

 

Ecco le contraddizioni. Pier Paolo Pasolini totalizza ben cinque lapidi nelle sue varie case e, ovviamente, all’Idroscalo di Ostia dove venne ucciso. Elsa Morante è ricordata in via Amerigo Vespucci 41 a Testaccio. Due presenze per Giorgio Caproni. Ma manca una targa per Alberto Moravia, romanziere incomprensibile senza Roma, nemmeno davanti alla sua casa-museo in lungotevere della Vittoria 1, splendidamente tenuta dagli eredi e aperta al pubblico.

 

alberto moravia casa museo 4 alberto moravia casa museo 4

Niente memoria per Alberto Arbasino in via Gianturco 4. Negli uffici capitolini sottolineano che le proposte di targhe vengono esaminate su richiesta o degli eredi o di comitati o di uffici studi (ma solo dopo dieci anni dalla morte, per legge nazionale, ecco perché qui non si parla di Raffaele La Capria, scomparso nel 2022). La famiglia di Enzo Siciliano, morto nel 2006, esplicitamente non volle lapidi né vie intestate preferendo far confluire i 19 mila volumi del letterato come Fondo liberamente consultabile alla Casa delle Letterature di Roma.

 

Altre richieste sono sospese in attesa di «documentazione e valutazioni» (la nota tempistica burocratica romana, e lo scrive un romano doc, impedisce ogni previsione): Giorgio Bassani in via Gran Sasso 16, Ugo Betti in via Giuseppe Valadier 13, Ugo Pirro in via della Fontanella Borghese, Ignazio Silone e Darina Laracy in via di Villa Ricotti.

italo calvino 5 italo calvino 5

 

C’è poi il fascicolo degli «iter autorizzativi in corso» negli uffici capitolini: potrebbero arrivare, ma non si sa quando, le targhe per Goffredo e Maria Bellonci in via dei Fratelli Ruspoli 2 (dove nacque il «loro» Premio Strega, ora altra casa-museo), per Italo Calvino in piazza di Campo Marzio (e sarebbe assolutamente ora, visto che il 2023 è l’anno del centenario della sua nascita), per Natalia Ginzburg (nella stessa piazza), per Giorgio Manganelli (in via Antonio Chinotto).

 

FLAIANO CASA ROMANA A MONTESACRO FLAIANO CASA ROMANA A MONTESACRO

Infine c’è il surreale capitolo delle richieste burocraticamente «non attuabili». Per apporre una targa occorre il parere favorevole dei proprietari degli stabili: dei condomini (e a Roma le liti condominiali non si contano) o degli edifici di proprietà pubblica, e la cosa spesso perfino si complica. E così si comprende il vuoto per la poetessa Maria Luisa Spaziani (via Cola di Rienzo), per Mario Pannunzio (tra via di Campo Marzio e via dei Prefetti), Giuseppe Patroni Griffi in via Margutta, Giorgio Bassani e Mario Soldati (entrambi in via Giovanni Battista De Rossi). Rafael Alberti non è ricordato né nella sua amata via Garibaldi in Trastevere né, con María Teresa León, in via Monserrato. Un giorno chissà: condominio permettendo.

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