Testo di Michele Bovi pubblicato dal suo blog, www.michelebovi.it
Il Festival 2017 riporta a Sanremo il principe Antonio De Curtis, in arte Totò, con una sua canzone scritta per la IVa edizione della competizione canora: era il 1954, il brano s’intitolava Con te, affidato alle esecuzioni di Achille Togliani e del duo Natalino Otto-Flo’ Sandon’s. Con te è la canzone con cui gareggerà Sergio Sylvestre. Certo, la musica sarà diversa, ma il titolo è identico.
Un caso che si ripresenta anche quest’anno: pochi titoli originali, troppi precedenti - anche illustri - per quello che rappresenta il principale segno di riconoscimento di un’opera dell’ingegno, il titolo appunto. Quello della canzone di Totò è stato nel tempo inflazionato. Dall’archivio delle opere musicali della Società Italiana degli Autori ed Editori risulta che il brano di Sylvestre è l’ultimo di ben 1045: dal Con te del 1978 di Claudio Baglioni al fresco Con te (2016) di Alberto Fortis, giusto per citare due interpretazioni blasonate.
Sono 273 le Portami via, come la canzone di Fabrizio Moro: Angelica nel 1972 la eseguì proprio al Festival di Sanremo, poi Daniele Silvestri nel 1994, i Pooh nel 2001, Dolcenera nel 2005, Le Vibrazioni nel 2006 e Fiorella Mannoia nel 2012, sono alcune tra le più note.
A quota 196 le Vedrai, come quella di Samuel, con i precedenti illustri di Nino D’Angelo (1983) e Roberto Vecchioni (1999). 15 le Mani nelle mani di Michele Zarrillo. 9 i Ragazzi fuori come il brano di Clementino: il precedente più popolare fu composto da Giancarlo Bigazzi e interpretato dai rapper Club Dogo per il film “Ragazzi fuori” di Marco Risi del 1990.
La canzone di Ron L’ottava meraviglia ricorre per l’ottava volta: va ricordato con lo stesso titolo il brano-inno delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 eseguito da Simone ed Elisabetta Gullì, oltre a quelli di Simona Quaranta del 2013 e dei Jet Lag Project del 2015.
Sono 7 i brani intitolati La prima stella, come quello di Gigi D’Alessio: lo cantò anche Adriano Celentano nel 1985. Tutta colpa mia di Elodie conta 5 precedenti: spicca il Tutta colpa mia tormentone del programma tv “Non è la Rai” del 1994 con la voce di Antonella Mosetti. Persino la apparentemente insolita Vietato morire di Ermal Meta non è al suo esordio: un album con lo stesso titolo uscì nel 2004 per la voce di Andrea Chimenti.
Ma cosa dice in proposito la legge?
“Il titolo serve proprio per differenziare un’opera dalle altre, se più opere sono identificate con lo stesso titolo si crea una confusione - spiega l’avv. Giorgio Assumma, già presidente della SIAE - Chi può ribellarsi all’uso di un titolo? L’autore dell’opera originaria o i suoi parenti o i suoi eredi. E questa reazione può avvenire anche quando l’opera non è tutelata e quando è caduta in pubblico dominio perché essa continua ad esistere senza limitazioni di tempo.
Spesso accade che non venga impugnato l’utilizzo di titoli successivi al primo, perché non ci sono più i parenti legittimati ad agire. In tal caso nell’interesse pubblico è il Ministero dei Beni Culturali che può fare un’azione presso il magistrato affinché la seconda opera non sia intitolata come la prima, proprio perché è interesse della collettività distinguere le varie opere anche se non più protette”.