SANTORO E’ CADUTO IN TRAP - IL CONDUTTORE TORNA STASERA SU RAIDUE CON “VOLARE”, UN DOCUMENTARIO SUL FENOMENO TRAP: “AVEVO PRESENTATO IL PROGETTO A CARLO FRECCERO E GLI ERA PIACIUTO MOLTO. SO DI ESSERE UN INDIVIDUO INDIGESTO ALLA DESTRA, ALLA SINISTRA E PERFINO A GRILLO, CHE CON ME QUALCHE DEBITUCCIO, A ESSERE ONESTI, DOVREBBE SAPERE DI AVERLO…”

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Enrico Paoli per “Libero quotidiano”

 

santoro santoro

Passare dall' ossessione (in puro senso televisivo) per Silvio Berlusconi alla narrazione del mondo giovanile, in particolare al fenomeno Trap, mica è facile. Ci vuole un certo talento. E Michele Santoro, sotto questo aspetto, è una garanzia. Che non assolve il suo essere di parte, però aiuta, eccome. E così questa sera, in seconda serata, il popolare giornalista e conduttore torna su Rai Due con «Volare», un «affresco» che esamina il fenomeno Trap, «andando oltre gli stereotipi», raccontando sogni e speranze di una generazione che sembra avere come unica arma di riscatto «il successo individuale».

 

Tu chiamala, se vuoi, botta di gioventù. Che non è detto abbia un seguito, però con i documentari, tornati di gran moda nelle tv estere mentre in Rai il prodotto zoppica ancora, mai dire mai. «Si tratta di un documentario realizzato dai giovani della mia squadra», spiega Santoro a Libero, «avevo presentato il progetto a Carlo Freccero e gli era piaciuto molto. E così va in onda. Spero che la Rai, visto che viale Mazzini ha una direzione dedicata al settore, si attrezzi di conseguenza, la domanda c' è, l' offerta pure». Manca la messa in onda, dunque. A dire il vero sulla «pista» dei documentari si è infilata La7 con Andrea Purgatori e il suo «Atlantide», ottenendo ottimi risultati, sia di ascolto che di produzione. La Rai, al momento arranca.

 

MICHELE SANTORO MICHELE SANTORO

Santoro, sotto questo aspetto, resta una garanzia. «Avevo già realizzato alcuni documentari nel passato, sommando il lavoro alla serialità delle trasmissioni», spiega il giornalista, «con la mia squadra siamo in grado di produrne altri. Ma mancano gli spazi. Persino Sky non se occupa».

 

"Michele chi?" non è catalogabile, assimilabile agli altri uomini di tv, è Michele. Dunque libero e indipendente. Dipendente solo dalle variazioni politiche al vertice della Rai. E proprio per questa ragione la polemica è connessa ad ogni suo ritorno in tv. Al quotidiano on line Blogo, Santoro ha consegnato la sua puntura di veleno: «So di essere un individuo indigesto alla destra, alla sinistra e perfino a Grillo, che con me qualche debituccio, a essere onesti, dovrebbe sapere di averlo», afferma il giornalista.

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«Nei corridoi di Rai Due e di Rai Tre non ci sono mie foto e nemmeno un disegno delle mie scenografie», dice ancora il conduttore, «eppure ho fatto trasmissioni che hanno battuto diversi record e hanno segnato, comunque la si pensi, molti anni di televisione. Anche i record d' ascolto di La7 sono miei; e anche lì non credo ci siano fotografie a ricordarlo».

berlusconi santoro berlusconi santoro

 

Le foto ingialliscono, le tracce degli ascolti restano. Come ricorda Blogo la puntata di «Servizio Pubblico», andata in onda il 10 gennaio del 2013, con ospite Silvio Berlusconi, totalizzò oltre 8 milioni di spettatori, pari al 33,6% di share. Il talk raggiunse picchi del 51,5% e sfiorò punte di 10 milioni di telespettatori. Altri tempi, per tutti. Ora tocca a Ram Pace, Cecilia Sala e Luca Santarelli, autori del programma di Michele Santoro, raccontare l' appartenenza a una tribù e il fenomeno che sta spopolando in tutta Italia. Dal Cav alle Trap...

 

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