SAPETE PERCHÉ ELON MUSK HA TOLTO LA SPUNTA BLU ALL’ACCOUNT TWITTER DEL “NEW YORK TIMES”? PERCHÉ GLI STA SULLE PALLE - IL QUOTIDIANO STATUNITENSE NON SBORSA PER ABBONARSI AL SERVIZIO (CHE PRIMA ERA GRATIS MA CHE MUSK HA DECISO DI FAR PAGARE) E IL RANCOROSO ELON, CHE ODIA IL GIORNALE, GLI HA IMMEDIATAMENTE TOLTO LA SPUNTA BLU COMMENTANDO: “SONO COME DIARREA” 

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Estratto dell’articolo Pier Luigi Pisa per www.lastampa.it

 

ELON MUSK TWITTER ELON MUSK TWITTER

Per anni gli account ufficiali di aziende, giornalisti e celebrità hanno goduto, su Twitter, di una spunta che verificava la loro autenticità. Gratis. Elon Musk, il nuovo proprietario del social, pretende invece che tutti paghino un abbonamento mensile: otto dollari per la spunta blu, che certifica gli individui, oppure mille dollari per quella oro che identifica le organizzazioni.

 

L’ultimatum di Musk - pagate oppure perderete la vostra spunta - è scaduto lo scorso 1 aprile. Non è un pesce d’aprile. L’azienda ha comunicato che sta iniziando a rimuovere le spunte di chi non ha pagato. Il primo - o almeno uno dei primissimi - che ne ha fatto le spese è stato quello del New York Times.

 

MEME SULLA SPUNTA BLU A PAGAMENTO SU TWITTER MEME SULLA SPUNTA BLU A PAGAMENTO SU TWITTER

Per ora, stando a quanto riporta anche Nbc News, il popolare giornale americano sembra essere l’unica grande testata internazionale ad aver perso il ‘badge’. Tutte le altre che hanno comunicato di non voler sottoscrivere un abbonamento - dal Washington Post al Los Angeles Times - in effetti hanno ancora la spunta oro sui loro profili.

 

Anche celebrità come LeBron James e Patrick Mahomes, che si erano detti contrari a versare una quota per avere la spunta blu, non sono stati toccati dal provvedimento. […]

 

Perché Twitter ha rimosso immediatamente la spunta al New York Times e ha graziato - per ora - tutti gli altri? In questo caso la risposta è più complicata.

ACCOUNT TWITTER NEW YORK TIMES SENZA SPUNTA BLU ACCOUNT TWITTER NEW YORK TIMES SENZA SPUNTA BLU

 

Con un tweet ufficiale, il social ha comunicato lo scorso 23 marzo che la rimozione delle spunte, dai profili che ne godevano prima dell’avvento di Musk, sarebbe iniziata il primo aprile. Questa operazione richiede del tempo, e quindi gli account di Los Angeles Times e Washington Post, per esempio, potrebbero semplicemente avere le ore contate.

 

sede del new york times a manhattan sede del new york times a manhattan

Tra Musk e il New York Times non corre buon sangue. E questo potrebbe aver fatto la differenza. Quando il Times ha fatto sapere che non avrebbe pagato né per sé né per i suoi giornalisti, come ha riportato Reuters nella giornata di ieri, su Twitter ha iniziato a circolare un meme con protagonista Musk che afferma: “Il Nyt non vuole pagare per la spunta. Guardate, non importa a nessuno”.

 

ELON MUSK ELON MUSK

Il vero Musk ha preso la palla al balzo. E ha commentato quel meme con un tweet: “Oh, ok, gliela togliamo allora”. Neanche un’ora dopo, l’imprenditore ha aggiunto un altro tweet: “La vera tragedia per il New York Times è che la loro propaganda non è neanche interessante”. E ancora, qualche minuto dopo: “Il loro feed è illeggibile, è come diarrea. Avrebbero molti più follower se condividessero gli articoli principali”.

 

Sono passate alcune ore e, all’improvviso, la spunta d’oro dell’account principale del New York Times è sparita. Una decisione umorale, probabilmente, come tante a cui - negli ultimi tempi - ci ha abituati l’imprenditore. […]

 

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