Virginia Della Sala per il “Fatto Quotidiano”
Quando avevano 23 anni, neolaureati, Joe Kennedy e Jonny Burt hanno aperto una galleria d' arte. Piccola, 100 metri quadrati, il primo locale si trovava nel distretto di Chiswick, a Londra, accanto a una macelleria. "Quando abbiamo iniziato - racconta Joe al Fatto - non conoscevamo nessuno, non avevamo né contatti né giornalisti amici.
Il sistema delle gallerie si basava solo su pubbliche relazioni e reti sociali. Così i primi tempi abbiamo perso soldi. Finché non abbiamo capito che dovevamo cambiare strategia".
Se la maggior parte delle gallerie hanno strategie di marketing basate su newsletter e annunci in riviste d' arte, i giovani e anche le persone benestanti non le comprano tutti i giorni. Tantomeno le leggono. "Sono tutti sui social media - spiegano - soprattutto su Instagram".
Tre anni dopo, hanno sviluppato una rete online di buyer internazionali provenienti da Hong Kong, Medio Oriente e Stati Uniti e oggi hanno una galleria di oltre mille metri quadrati a Soho, interni neri e una amplia finestra che affaccia sulla strada principale.
Si chiama Unit London e sarà allargata con un franchising internazionale. Ospitano 61 artisti provenienti da tutto il mondo che hanno costruito la loro reputazione su Instagram, il social network in cui gli utenti postano foto corredate da hashtag. Sotto ogni opera della galleria, c' è un codice Qr (una sorta di codice a barre) che descrive l' opera e dà informazioni sull' autore.
A Milano, nella sede di Facebook Italia, c' è il gruppo che si occupa anche di Instagram.
Il fondatore Zuckerberg ha acquistato la piattaforma nel 2012, l' ha pagata circa un miliardo di dollari a due giovani proprietari amanti di fotografia e polaroid. Oggi, secondo le stime, di miliardi ne vale circa 35: un boom silenzioso.
"Sono state pubblicate 40 miliardi di foto e i nostri utenti, in tre anni, sono passati da 40 a 400 milioni", spiega Luca Colombo, country manager di Facebook e Instagram per l' Italia. Negli anni, il mercato della fotografia online è cresciuto.
Nel passaggio dal testo scritto alla viralità dei video, l' immagine statica è rimasta una certezza. "Instagram ha avuto una prima fase concentrata sulla crescita della comunità, poi una seconda di implementazione di potenziamento commerciale, per attirare inserzionisti e aziende". Prima si crea la platea di potenziali clienti, poi si offre la possibilità di pubblicizzare.
Il nucleo originario di Instagram è formato da appassionati di fotografia. "L' immagine è portatrice di un messaggio immediato e diretto. Più veloce ed efficace del testo scritto. E aver dato la possibilità di associarle altre funzioni, come link a siti e pagine esterne, l' ha resa ancora più funzionale", dice Colombo. In Italia è la piattaforma preferita dei brand del mondo della moda.
Le star di Instagram, spesso poco più che adolescenti, sono pagate per fare product placement (inserimento di prodotti sponsorizzati) nei loro scatti.
Guadagnano anche 15 mila dollari a scatto, già a 15 anni. In diverse interviste, Frank Spadafora, ex direttore di casting e inventore di una App che è in grado di misurare il potere sui social dei personaggi, ha raccontato che una foto sponsorizzata può valere pure 300 mila euro. È una piattaforma amata anche dai brand di cibo e design. "Chef e ristoranti postano le foto dei loro piatti e delle loro innovazioni culinarie - dice Colombo -
Gli artisti e i designer hanno abbandonato la carta stampata e le esposizioni, per mostrare le loro opere su Instagram". Gli strumenti per gli inserzionisti, sono gli stessi di Facebook: basta gestire il budget e scegliere il target di pubblico che si intende raggiungere. E chi ha già una pagina Facebook, deve solo spuntare una casella per estendere gli stessi parametri a Instagram, raddoppiando di fatto piattaforma e audience.
"Con quattrocento milioni di utenti, la differenziazione demografica copre quasi tutti i settori e livelli".
Prossimo passo,conquistare i settore dell' automotive e dei viaggi. "La Mustang ha lanciato su Instagram il suo ultimo modello e le agenzie di viaggio e le compagnie di volo sempre più ricorrono alle immagini degli itinerari. Anche per convincere la gente a partire".
Di sicuro, alla base di questa crescita esponenziale c' è stato l' aumento del traffico su mobile: tanto che la piattaforma ha introdotto una serie di funzioni adatte a smartphone e tablet, dalla messaggistica istantanea, alla possibilità di usare filtri e modificare le immagini, di caricare foto con qualsiasi forma.
È la corazzata 'Insta-book' che ha il controllo anche del mercato delle immagini. Un quasi monopolio che, come azienda, non può far altro che gestire al meglio, con gli utenti al centro a fornire materiale.
Secondo il Censis, Facebook, Instagram, WhatsApp a Messenger - tutte applicazioni riconducibili all' azienda di Zuckerberg - occupano oggi il 52 per cento del tempo speso su mobile in Italia e secondo una ricerca Audiweb di giugno, nell' ultimo anno in Italia si è registrato un aumento del 37,5 per cento del tempo speso su Instagram: in media due ore e 47 minuti a persona ogni mese.
È poi la quinta App più scaricata. Prima, tre 'sorelle' (Whatsapp, Facebook e Facebook Messenger) e Google Search. Tanto che l' obiettivo di Facebook per il 2016 è potenziare la messaggistica istantanea: Whatsapp, ad esempio, è diventato gratis. E, secondo alcune riviste specializzate, nella nuova versione Android c' è una riga di codice per la condivisione delle informazioni con Facebook.