Mariagloria Fontana per “Visto”
stefano esposito e marco travaglio
Amato, odiato, senza dubbio Marco Travaglio, attualmente direttore de Il Fatto Quotidiano, da i cofondato con altri giornalisti nel 2009, è uno dei giornalisti di maggiore popolarità sia grazie alla sua penna caustica, oltre che per i suoi pungenti all’interno di diversi programmi televisivi. Ultimamente Travaglio, è stato persino protagonista delle cronache mondane per aver partecipato al matrimonio più blasonato dell’anno: quello tra la giornalista Beatrice Borromeo, nipote di Marta Marzotto e sua redattrice4 al Fatto Quotidiano, e Pierre Casiraghi, figlio di Carolina di Monaco. Ma su questo argomento mette subito le mani avanti e si chiude a riccio. Mentre si apre sulla sua ultima fatica.
Travaglio, di cosa parla il suo ultimo libro “Slurp” ( edizioni Chiarelettere)?
Di quasi tutti i giornalisti italiani: gli adulatori, la cortigianeria, quelli che hanno fatto della piaggeria, del leccaculismo la loro professione. Se avessimo avuto una stampa critica e libera magari avremmo avuto un governo migliore e avremmo conosciuto tante verità .
Si riferisce a qualcuno in particolare?
Primo fra tutti Bruno Vespa, abilissimo, ha lo stesso percorso giornalistico di Giuliano Ferrara. Non c’è un governo che non abbiano incensato entrambi. Poi Vespa scrive un libro all’anno e, a seconda del governo in carica, elogia il potente di turno. Si tratta di giornalisti che stanno sempre dalla parte del potere, cioè dalla parte sbagliata. Indro Montanelli diceva che quando il politico ricopre un incarico di potere, è proprio in quel momento che bisogna diventare scettici e diffidenti nei suoi confronti.
marco travaglio veronica gentili claudio santamaria francesco montanari
Come ha conosciuto Indro Montanelli ?
Ero un ragazzino di belle speranze, avevo ventitré anni e scrivevo su un settimanale di Torino Il Nostro Tempo Gli ho scritto, ci siamo incontrati a Milano e gli ho lasciato degli articoli. Da lì ha iniziato a farmi scrivere come corrispondente da Torino e successivamente mi ha portato con sé a La Voce. Ho avuto la fortuna di frequentarlo dall’86-87 al 2001 fino a un mese prima che morisse. Credo che gli piacesse che fossi un rompiscatole.
SILVIA TRUZZI E MARCO TRAVAGLIO
Era un uomo generoso, che ha sostenuto tanti giornalisti emergenti: tra cui me e Peter Gomez. Gli piaceva molto l’uso che facevo dell’archivio, cioè le affermazioni dei politici che conservavo e che a distanza di tempo mettevo a confronto sottolineandone l’incoerenza. Infatti diceva che io uccidevo non con la spada ma con l’archivio.
Alcuni dicono che lei sia l’erede di Montanelli.
Lui era altissimo, ma in compenso io ho qualche capello in più. Scherzi a parte, un uomo così ne nasce uno ogni millennio. Chiunque si paragoni a Montanelli è un poveretto, lui è un genio, io sono una persona normale.
Non parla mai della sua vita privata, ma come hanno vissuto la sua improvvisa popolarità i suoi figli?
ALESSANDRO TRAVAGLIO - DJ TRAVA
Il grande pubblico ha iniziato a conoscermi nel 2001, quando i miei due figli Alessandro ed Elisa erano piccoli. Quindi hanno sempre convissuto col fatto di avere un papà conosciuto. Non mi ritengo ‘famoso’, perché non faccio vita di società, me ne sto per i fatti miei. Sono e resto un giornalista. I miei figli hanno pagato un prezzo alto: avrei voluto essere più presente, ma il lavoro mi porta a stare sempre in giro .
Comunque devo dire che ormai si sono abituati. Vivo tra Torino e Roma, dove si trova la redazione del Fatto Quotidiano. Con la mia famiglia sto dal sabato al lunedì, mentre il resto della settimana lo passo a Roma. Nonostante queste difficoltà abbiamo un bellissimo rapporto, anche se ho sempre un forte senso di colpa nei loro confronti.
Suo figlio Alessandro ha partecipato come concorrente all’ultima edizione di Italia’s Got Talent. Si è emozionato a vederlo in televisione?
Essere mio figlio è un handicap per lui. Qualcuno ha trovato il modo di dire che è stato raccomandato, invece è stato strumentalizzato. Lui fa il rapper, scrive canzoni, ha appena iniziato, non so nemmeno se sia bravo, ma è stato notato. Lo hanno selezionato e poi eliminato. Sta facendo la sua strada, nello stesso tempo studia, sono contento che sia appassionato di musica e che non sia un ignavo. Mi imbarazzerebbe molto se i miei figli facessero i giornalisti, perché verrebbero tacciati di essere dei raccomandati .
È vero che lei è un grande fan di Renato Zero?
Sì, sono un sorcino doc: dei 50 concerti in cartellone nell’ultimo tour ne ho visti 11. Ma amo moltissimo anche Paolo Conte e Franco Battiato. Poi adoro Raffaella Carrà, sono innamorato pazzo di lei, è simpatica e di una bravura assoluta. E poi legge il Fatto Quotidiano. Ho gusti musicali onnivori, la musica in casa mia c’è sempre stata.
A molti ha sorpreso la sua scelta di prendere Selvaggia Lucarelli al Fatto Quotidiano. Come l’ha conosciuta?
Anni fa ebbi uno screzio con Santoro. Lei scrisse un pezzo ferocissimo dove ci pigliava amabilmente per i fondelli e mi piacque molto, Nel giornale ci voleva qualcuno che scrivesse di costume. Con lei abbiamo colmato la lacuna.
Cosa le piace di più del suo ruolo di direttore?
Mi diverte far ruotare i miei collaboratori, mescolare le carte. Noi giornalisti dobbiamo sorprendere i lettori: solo così possiamo convincerli a comprare i giornali.
IL VENDITORE DI MEDICINE TRAVAGLIO x
SANDRO RUOTOLO MARCO TRAVAGLIO MARCO TRAVAGLIO CON ISABELLA FERRARI FOTO ANDREA ARRIGA