Marco Giusti per Dagospia
Venezia 73. Piuma di Roan Johnson, e' una divertente commedia giovanile a meta' tra Paolo Virzi' e Francesco Bruni. O comunque costruito in quella direzione. Oltre tutto ambientata a Roma Est con qualche personaggio toscano. Il fatto che sia ben scritta e ben recitata, anche se piu' secondo i modelli della fiction, Johnson ha diretto l'ultima serie de I delitti del Bar Lume, che del cinema e che sia stato presentato in concorso, ha scatenato la critica integralista che vuole nella sezione maggiore solo film da Festival.
Cioe' film fortemente autoriali e dove un rigore di messa in scena viene mantenuto fino all'ultima inquadratura. A ben vedere, allora, ben pochi sarebbero qui i film da festival e, detto tra noi, non sarebbero neanche i film piu' divertenti. E mai come quest'anno Barbera e i suoi selezionatori hanno aperto Venezia a contaminazioni di genere, commedie, fantascienza, melo, anche se i risultati non sono stati spesso quelli previsti, vedi The Red Batch o The Light Between the Oceans.
Ma Piuma, che ha molto divertito il pubblico, ha solo il torto di essere una commedia giovanile di ambientazione romana targata Sky. Certo, possiamo essere d'accordo che sarebbe stato meglio spostarla in altra sezione, ma quasi tutta la squadra italiana e' sotto standard.
Esclusi Indivisibili di Edoardo De Angelis e il film di grande cuore di borgata Il piu' grande sogno di Michele Vannucci, peraltro non in concorso, non si vedono opere riuscite completamente. In Italia pero', e lo sappiamo da parecchio, si fanno soprattutto commedie, e non credo che la commedia piu' riuscita dell'anno, Perfetti sconosciuti, che forse manderemo agli Oscar, sarebbe mai stata presa in considerazione a Venezia.