LA VERSIONE DI MUGHINI – NON VEDEVO L’ORA DI RACCOMANDARE AI TUOI LETTORI DI PORTARSI IN VACANZA UN ROMANZO ITALIANO CONTEMPORANEO DI CUI MI SONO SOMMAMENTE DELIZIATO, “CHE DISPIACERE”, DI PAOLO NORI – A FAR DA PROTAGONISTA È BERNARDO BARIGAZZI, SCRITTORE CHE S’ERA DATO AL GIORNALISMO SPORTIVO NEL SENSO CHE PRODUCEVA UN GIORNALE DAL TITOLO “CHE DISPIACERE”, CHE USCIVA TUTTE LE VOLTE CHE LA JUVE PERDEVA. PENSATE CHE RAZZA DI NUMERO SPECIALE AVREBBE POTUTO DARE ALLA LUCE IL GIORNO DOPO LA SONORA BATOSTA INFLITTA DAL MILAN…

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Giampiero Mughini per Dagospia

 

giampiero mughini giampiero mughini

Caro Dago, ti confesso di soffrire di un complesso di colpa perché leggo pochi o forse pochissimi romanzi di scrittori italiani contemporanei. E’ un sintomo dei più gravi della vecchiaia, del fatto che il mondo degli odierni scrittori/scrittrici di trenta/quarant’anni s’è fatto lontano dal mondo in cui io mi sono disperatamente dannato nel tentativo di diventare un uomo. (Negli ultimi due anni credo di aver letto soltanto, e con piacere, “Il colibrì” di Sandro Veronesi.)

 

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Ecco perché non vedevo l’ora di raccomandare ai tuoi lettori di portarsi in vacanza un romanzo italiano contemporaneo di cui mi sono sommamente deliziato, “Che dispiacere” di Paolo Nori (appena edito da Salani). La strepitosa Serena Vitale a parte, il cinquantasettenne Nori è un tipino coi fiocchi, il meglio che ci sia oggi in Italia quando si tratta di tradurre autori russi e discorrere di autori russi. S’era difatti laureato con una tesi su Viktor Vladimorovic Chelebnikov, uno dei futuristi russi di gran qualità, e già questa è una garanzia.

 

PAOLO NORI CHE DISPIACERE PAOLO NORI CHE DISPIACERE

E poi c’è che di Paolo Nori ricordo con affetto una serata in una libreria romana dove io e lui figuravamo come imputati di collaborare entrambi a “Libero”, il che ci rendeva dei figuri abietti agli occhi dei nostri interlocutori. Paolo replicava con garbo, a mezza voce; io li trattavo da fogna e da feccia fino al momento in cui presi l’impermeabile e me ne andai per non più sentire quel balbettio di “cretini di sinistra”.

 

Non scenderò così in basso da dirvi che cosa succede nelle 241 pagine del libro, dove a far da protagonista è Bernardo Barigazzi, uno che aveva scritto un bel mucchietto di romanzi sino al momento in cui “cominciava un po’ a montargli su per una braga, il suo mestiere, far lo scrittore.”

 

E perciò s’era dato al giornalismo sportivo nel senso che produceva sotto falso nome un giornale dal titolo “Che dispiacere” che usciva tutte le volte che la Juve perdeva. Aveva capito il nostro Barigazzi che a dir male della Juve ti si nota, e difatti in Italia ce ne sono alcuni che quello sanno fare e nient’altro.

 

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Pensate che razza di numero speciale avrebbe potuto dare alla luce Barigazzi il giorno dopo la sonora batosta inflitta dal Milan alla Juve. E tanto più che Barigazzi non è affatto un anti-Juve, è uno dei tanti che vive lì dove due latitudini si incrociano e fanno a cazzotti. Non aggiungo altro.Vi ripeto, pura delizia.

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