«È caratteristica comune a tutti gli artisti l'ingratitudine». Senza nascondere una certa dose di rancore, l'ex manager di Zucchero, Michele Torpedine, all'indomani della performance del bluesman padano nell'ultima serata del Festival di Sanremo, attacca ai microfoni dell'ANSA: «Possibile inventare tante bugie? L'episodio della cassetta con il provino di Miserere gettata nel camino a casa di Pavarotti è pura invenzione, così come il fatto che Zucchero abbia venduto 60 milioni di dischi».
Torpedine, tira in ballo anche Giorgia, ospite della seconda serata del festival, «che ha ringraziato Pippo Baudo e non me, dimenticando forse che quando lui al festival non la voleva fui io a convincerlo, al bar Vanni di Roma, a prendere questa ragazza a Sanremo»,
«La stessa Giorgia, Zucchero, Biagio Antonacci, Andrea Bocelli (per ben 16 anni) e, oggi, Il Volo mi devono molto. Ma gli artisti tendono a far credere di aver fatto tutto da soli. Si prendono i meriti quando tutto va bene e naturalmente - osserva Torpedine, da 36 anni manager delle star internazionali - scaricano la responsabilità sugli altri quando le cose vanno male».
Bugie al teatro Ariston sono state dette anche sui dischi venduti, secondo Torpedine. «Ho sentito dire che Zucchero è una star da 60 milioni di dischi e Giorgia da 7 milioni. Ma quando mai?», sorride. «Zucchero ne avrà venduti non più di 12 o 13... Perchè in tv si può raccontare qualsiasi cosa? Allora Il Volo che cosa dovrebbe dire che sono 5 anni che davvero gira il mondo? In silenzio facciamo il nostro lavoro...».
«Sono stato io a portare il provino di Miserere a Luciano Pavarotti. Ci incontrammo nella sua suite in un hotel di Philadelphia. Con noi c'era solo Bruno Tibaldi, ex direttore generale Polygram. Pavarotti disse "non duetterò mai con un cantante di musica leggera" e poi, attraverso un lungo lavoro di mediazione, andò come è noto. Zucchero ha inventato la storia della cassetta, anzi tre cassette (due lasciate in macchina ha detto) bruciate nel camino della casa di Pavarotti a Modena, dopo il suo primo rifiuto. La verità - conclude Torpedine - è che non c'era la cassetta, non c'era il camino e non c'era nemmeno Pavarotti»