L'ARMA IN PIÙ IN MANO AI TERRORISTI PALESTINESI: GLI OSTAGGI – GLI ISRAELIANI RAPITI SONO ALMENO UN CENTINAIO, TENUTI NASCOSTI NEI TUNNEL SOTTO GAZA – SONO IN MANO A TRE GRUPPI (HAMAS, JIHAD, BRIGATE AL AQSA) COORDINATI FRA LORO, MA CON STRATEGIE SEPARATE – UN CANALE DI NEGOZIATO È STATO APERTO ATTRAVERSO EGIZIANI E QATARINI. MA AL MOMENTO HAMAS NON INTENDE TRATTARE – LO SHIN BET, L'INTELLIGENCE INTERNA SORPRESA E UMILIATA DAGLI ASSALTI, AMMETTE: “NON CI SIAMO MAI TROVATI IN UNA SITUAZIONE DEL GENERE” - VIDEO

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Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”

 

israeliani presi in ostaggio da hamas 5 israeliani presi in ostaggio da hamas 5

[…] Gli israeliani incatenati sono cento, li conta un ambasciatore. Merce pronta per lo scambio. Donne e bambini compresi. Rapiti al rave, per le strade, nei kibbutz, nei bunker antirazzo, ovunque capitasse. […] Tutti i dispersi del sabato nero sono ancora tantissimi, 750, e nel caos che ancora regna non si distingue troppo fra rapiti e chissà che. […] Si sa solo che gli ostaggi li hanno nascosti nei tunnel sotto Gaza, costruiti da anni per resistere alle emergenze più lunghe, oppure «in case sicure».

 

Sono in mano a tre gruppi diversi e ugualissimi – Hamas, Jihad, Brigate Al Aqsa –, coordinati fra loro, ma con strategie spesso separate. Trovarli, una parola. Netanyahu ha voluto un’unità di crisi apposta per gli ostaggi, al comando un generale di riserva, Gal Hirsch. È stato chiesto l’intervento della Mezzaluna rossa. Un canale di negoziato sarebbe già stato aperto attraverso gli egiziani, come si fece per il soldato Gilad Shalit, e nella mediazione sarebbero coinvolti anche i qatarini: da Hamas, han già risposto che al momento non c’è nulla da trattare.

 

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Neppure per i rapiti feriti. Nemmeno per i bambini. «Non ci siamo mai trovati in una situazione del genere», ammette Ilan Loman, portavoce dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno che in queste ore è sotto accusa per la sua straordinaria impreparazione: «Il negoziato per Shalit fu lungo, ci volle anche un mediatore tedesco. Qui è un’altra cosa. Molto più complessa. Perché le strategie saranno diverse, seconda che si tratti per i vecchi o i bambini, per i soldati vivi o i soldati morti». […]

 

[…] tutti i video postati dalla Striscia sono una pugnalata per molte famiglie: la donna strizzata fra due uomini in moto, l’anziana deportata sulla golf car, la soldatessa insanguinata sulla jeep, cittadini inglesi e tedeschi in vacanza, perfino i braccianti filippini, nepalesi, thailandesi acchiappati mentre andavano a lavorare nelle serre…

 

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«Hamas nei prossimi giorni non parlerà solo col governo — avverte Uri Slonim, giudice con una lunga esperienza d’ostaggi — ma si rivolgerà al cuore dei familiari. E sarà tutto molto duro». Le tensioni già si sentono […]

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