L'OMERTA' CORRE FORTE A ROMA: MEGLIO IN PRIGIONE CHE "INFAMI" - UN 36ENNE ROMANO È STATO CONDANNATO A OTTO MESI DI CARCERE PER AVER COPERTO L'IDENTITÀ DEL SUO AGGRESSORE CHE GLI AVEVA SPARATO ALLA SCHIENA - I FATTI RISALGONO AL 2018, QUANDO L'UOMO È STATO COLPITO, DURANTE UN AGGUATO, DA UN RIVALE IN AMORE - UNA VOLTA INTERROGATO, HA DETTO DI NON CONOSCERE IL SUO AGGRESSORE, MA LA POLIZIA HA SCOPERTO CHE...

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pistola pistola

Estratto dell'articolo di Andrea Noci per “il Messaggero”

 

Aveva tradito l'amico uscendo con la ragazza di lui. Per questo il rivale in amore gli aveva sparato alla schiena. Ma quando era arrivato il momento di fare il suo nome, dicendo al pm chi fosse stato a esplodere il colpo, aveva scelto di tacere, aveva scelto l'omertà. Sarebbe stato da infami, da spie. Per questo Danilo Pomella, 36enne romano, è stato condannato a otto mesi di carcere […]

SPARARE AL RIVALE IN AMORE SPARARE AL RIVALE IN AMORE

 

[…] LA VICENDA

Era il 3 settembre del 2018. Pomella si trovava davanti alla chiesa di via Camillo Manfroni, zona Casilina, quando era sbucata dalla strada una moto. Erano in due in sella e l'uomo che stava dietro aveva sparato a Pomella, colpendolo alla schiena. L'aggressore era sceso poi dalla moto, era montato sopra alla vittima stesa a terra in un bagno di sangue e gli aveva sparato altri tre colpi, mancandolo di proposito. […]

 

UNA PISTOLA UNA PISTOLA

 si era scoperto che Pomella era uscito con la fidanzata di Sandrino e che si trattava di un'aggressione a sfondo passionale. Nelle intercettazioni ambientali il 36enne romano si era confidato con un amico, un certo Manolo (che nei file audio viene chiamato "Manò"). Gli aveva detto di aver capito chi era stato a sparargli, ovvero Sandrino. Ma una volta interrogato, dal pm Carlo Villani, titolare delle indagini, aveva risposto dicendo «non so indicarvi chi sia quello che voi mi indicate come Manolo» e ancora «non mi ricordo di aver detto queste parole, non ricordo». In aula l'avvocato difensore di Pomella, Oscar Rossi, ha chiesto l'assoluzione del suo assistito. […]

 

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