Giuliano Foschini e Andrea Ossino per “la Repubblica”
«Aho a Piè. Io c' ho dietro la camorra. Tu, esattamente, 'ndo ca... vai?». Con una battuta, fulminante, Bettozzi Anna, in arte Ana Bettz, starlette, eriditiera milionaria, capo di un' associazione mafiosa che trafficava petrolio di contrabbando a spese dello stato secondo quattro procure antimafia (Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria), regala uno spaccato straordinario di un pezzo del nostro Paese: un luogo senza più bordi, dove tutto si mischia, si sovrappone senza lasciarsi più distinguere.
E così le aspiranti starlette diventano camorriste, cantano alle feste di Berlusconi o di magistrati la sera mentre la mattina fatturano centinaia di milioni con i capi clan. Pagano attori famosi per fingere relazioni sui settimanali, sfilano sul tappeto rosso del festival di Cannes dopo aver portato milioni di euro criminali in contanti da una parte all' altra del confine a bordo di Rolls Royce.
anna bettozzi in arte ana bettz
La storia è quella raccontata in decine di migliaia di pagine dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri del Ros dopo più di tre anni di indagini: un vorticoso giro di denaro, società fittizie e traffico di petrolio di contrabbando, che ha permesso a gruppi camorristici e dranghetisti di arricchirsi, sulle spalle dello Stato, di quasi un miliardo di euro. Non pagando le tasse e frodando l' Iva. Un sistema sofisticato che ha avuto ulteriore ossigeno negli ultimi 12 mesi, grazie alla crisi di liquidità causata dalla pandemia. Risultato: 71 arresti, un miliardo di beni sequestrati.
Il centro della storia, che non è né commedia né farsa, ma mafia, tremendamente mafia, è questa signora romana di 63 anni, Anna Bettozzi, in arte Ana Bettz, personaggio dalle mille sfaccettature: aspirante showgirl, poi cantante un po' stonata, diventa ereditiera del petrolio, dopo aver sposato l' imprenditore Sergio di Cesare, morto tre anni fa, all' inizio dell' inchiesta. La Bettozzi, anzi la Bettz, non ama stare dietro i riflettori. Ma davanti.
È vicina di casa in Sardegna di Berlusconi, regina di molte terrazze di Roma Nord che prova a usare come trampolino, senza riuscirci però, per la sua carriera da cantante. Pubblica un paio di dischi, riesce a cantare anche a qualche festa in Sardegna a casa dell' ex presidente del Consiglio, ma nulla più. Alla morte del marito eredita una fortuna.
Il tesoretto è nella Maxpetroli, società che commercializza prodotti petroliferi. L' azienda - secondo la ricostruzione che ne fanno Finanza e Ros - non naviga però in ottime acque. Anzi. E per questo la Bettz chiede un' iniezione di liquidità ad amici. Purtroppo però gli amici sono gli uomini del clan Moccia che, come spiega il procuratore capo di Roma, Michele Prestipino, «storicamente ha fatto registrare la propria presenza in regime di monopolio dei prodotti petroliferi».
L' iniezione di liquidità arriva. Ed è importante. «La Bettozzi diventa così - scrive il gip Tamara de Amicis nell' ordinanza di custodia cautelare - il capo indiscusso dell' organizzazione, della persona più di tutti "esperta" della materia anche grazie a quanto imparato dal marito. Nulla si muove senza il suo assenso; è lei che intavola il rapporto con Alberto Coppola e, tramite lui, con tutto il gruppo napoletano dal quale riceve cospicui finanziamenti per la propria attività illecita, remunerando adeguatamente gli investimenti fatti da costoro».
Ana Bettz è donna risoluta. E riesce a tenere però testa anche ai camorristi. «Aho, me state a prendere per c...?» urla al telefono a Coppola, il suo referente, che fino a qualche giorno fa negava fosse uomo di camorra. Sapeva dell' inchiesta, perché aveva spie nella Finanza e forse nella magistratura («erano a conoscenza di un vertice avvenuto alla Dna» annota il gip).
«La Bettozzi - scrive il giudice - che riesce a mantenere saldamente nelle mani della propria famiglia il deposito della Maxpetroli resistendo senza difficoltà alle pressioni del Coppola che, anche forte della provvista di denaro a lui messa a disposizione dal clan Moccia, cerca di insinuarsi nel deposito romano», senza riuscirci.
Ma ad Ana Bettz non bastava comandare nel clan. Cercava altro, anche. Il successo. Diventa amica inseparabile di Lele Mora. Imperdibili sono le sue interviste a Novella 2000 nelle quali racconta l' amore con Gabriel Garko, l' attore (che ha confessato anche la sua omosessualità) che tiene a libro paga: 250 mila euro, sotto forma di un contratto per la società. Le prove sono contenute nelle telefonate intercettate.
La sera del 28 febbraio 2019, ad esempio, Anna Bettozzi arriva alla stazione di Milano e chiama Garko. L' attore si lamenta: «Si era parlato del contratto in un certo modopoi a me è arrivato un contratto fatto in un altro.il contratto era da 200mila». «E quanto doveva essere?». chiede la donna.
«Il contratto doveva essere da cento ». risponde Garko. «100 in nero e 100 in fatturato. Il cash prima del contratto». Qualche giorno dopo sono insieme sul tappeto rosso del festival di Cannes. È a bordo della sua Rolls Royce, mentre stava cercando di superare il confine di Ventimiglia, quando viene fermata con 300 mila euro in contanti. Non sa che non è un controllo casuale. I finanzieri, in albergo, le trovano un milione e 700 mila euro. «Mortacci loro», dice la signora che qualche sera dopo cantava su una terrazza romana a una festa dove erano ospiti anche i magistrati Luca Palamara e Cosimo Ferri.
Ieri quando i finanzieri sono andati a metterle le manette per portarla in carcere ha avuto un malore. Ora è in clinica. Ma sa che un' altra storia sta per cominciare.
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