AMMAZZA QUANTO ROSICANO QUELLI DI TRENORD - IL GRUPPO HA CHIESTO 10 MILA EURO DI DANNI ALL'ASSOCIAZIONE DI PENDOLARI CHE AVEVA FATTO IRONIA SUL VIDEO NATALIZIO DELLA SOCIETÀ: ALLA LETTERINA DI BABBO NATALE CHE SI VEDE NEL FILMATO ERA STATA AGGIUNTA UNA LISTA DI RITARDI, CANCELLAZIONI E CONVOGLI SOPPRESSI - SE QUELLE IMMAGINI NON SPARISCONO E NON VERRÀ VERSATA LA CIFRA RICHIESTA, LA QUESTIONE FINIRÀ IN TRIBUNALE...

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Andrea Sparaciari per www.businessinsider.com

 

frame del video di trenord frame del video di trenord

Vietato scherzare sui ritardi di Trenord. Pena, una richiesta di danni per 10 mila euro e una causa civile. Lo ha imparato – a sue spese – l’associazione di pendolari MI.MO.AL., formata dai passeggeri della linea ferroviaria Milano-Mortara-Alessandria, che si è vista recapitare dalla società di piazzale Cadorna una diffida e una pretesa risarcitoria e la minaccia di un processo civile.

 

La società pubblica controllata da Regione Lombardia, infatti, ha contestato ai pendolari di aver voluto fare troppo gli spiritosi…, come spiega la stessa associazione in un comunicato:

 

convogli trenord convogli trenord

“MI.MO.AL. dopo aver visto il video di “Buone feste di Trenord 2020” ha voluto ironizzare sulle parole che si sentivano in sottofondo.

 

Una voce leggeva una letterina a Trenord (come quella dei bambini a Babbo Natale) in cui dichiarava di provare “tenerezza” per la quantità di treni che portavano i pendolari al loro posto di lavoro con orari, tabelle e macchinisti, anche nel momento della paura della pandemia, rimanendo per i pendolari la sicurezza di questo rito. Abbiamo messo integralmente questo video sulla nostra pagina Facebook perché era molto convincente, abbiamo solo aggiunto delle tabelle ufficiali anche delle cancellazioni”.

 

una immagine della presa in giro una immagine della presa in giro

E così, sulle immagini patinate e sul testo scritto da Giuseppe Lupo, “scrittore, docente della Università Cattolica, pendolare” (tale è definito nel filmato di Trenord), il 31 dicembre 2020 sono apparsi i numeri dei convogli soppressi, delle cancellazioni, dei ritardi. «Tutti dati ufficiali», aggiunge l’associazione.

 

«Non abbiamo mai voluto diffamare Trenord, solo ci sembrava alquanto improbabile che un pendolare potesse sentire verso Trenord la stessa ammirazione che ha verso Babbo Natale», aggiungono i pendolari.

 

Trenord Trenord

La risposta di Trenord alla satira non si è fatta attendere: l’8 gennaio 2021, l’associazione ha ricevuto una lettera dal titolo: “Intimazione e contestuale richiesta di risarcimento dei danni per diffamazione e violazione del diritto d’autore”, con la quale “la scrivente società (Trenord, ndr)” lamentava che il suo video natalizio fosse stato “sfregiato con finalità e modalità del tutto offensive”.

 

Nel ribadire la proprietà intellettuale dell’opera d’ingegno, cioè del video, la società guidata da Marco Piuri aggiungeva: “il video è stato ‘lavorato’ da parte Vostra per diffamare ed offendere Trenord utilizzando delle immagini in sovraimpressione che sono totalmente fuori luogo per i toni e per i contenuti ma anche per il contesto in cui si inseriscono, in un anno così difficile per tutti segnato dalla pandemia”.

 

treni trenord treni trenord

«Alla luce di quanto esposto», conclude la missiva, «Vi intimiamo formalmente e con effetto immediato di rimuovere il predetto video – da Voi sfregiato – da YouTube nonché dalla vostra pagina Facebook e formuliamo altresì la richiesta di risarcimento dei danni cagionati a Trenord che quantifichiamo in Euro 10 mila, avvisandoVi fin da ora che – in difetto da parte vostra – tuteleremo il nostro buon diritto nelle sedi più opportune». Firmato il Dirigente Responsabile Funzione Legale e Privacy di Trenord.

 

Ricapitolando: per il video “sfregiato” l’azienda pubblica ha chiesto a un’associazione di suoi utenti – cioè ai suoi passeggeri, evidentemente scontenti del servizio – di cancellare il video, versare 10 mila euro, e, qualora ciò non dovesse avvenire, minacciava di portarli in tribunale.

 

TRENORD TRENORD

Il 2 gennaio MI.MO.AL. ha risposto per le rime, contestando integralmente gli addebiti. I pendolari hanno ricordato alla società di trasporto di aver pubblicato «unicamente dati oggettivi e riscontrabili, al fine di rappresentare disagi dei viaggiatori sulla tratta (…) ovvero (dei, ndr) ritardi e insufficienze dei trasporti su rotaia», esercitando «un legittimo diritto di cronaca» e senza alcun intento diffamatorio. Aggiungevano poi che «il video è stato nel frattempo rimosso al solo fine di evitare rivendicazioni strumentali», giacché resistere alle ventilate azioni risarcitorie «comporterebbe per la nostra associazione un esborso non sostenibile».

 

Tuttavia, avvertiva l’associazione che, qualora la società comunque intendesse continuare con le azioni legali, “esse saranno prontamente resistite”. Tanto che a tutti i membri di MI.MO.AL. è già stato chiesto di sottoscrivere una donazione di 5 euro, in vista del tribunale.

 

TRENO TRENORD TRENO TRENORD

Nella risposta l’associazione contesta inoltre il supposto danno d’immagine subito da Trenord, quantificato dalla stessa società: “La quantificazione del danno, priva di parametri oggettivi e riscontrabili, risulta avere natura intimidatoria nei confronti dell’associazione”. Che concludeva ricordando all’Azienda pubblica tutte le proposte formulate per il miglioramento del servizio durante il 2020 e che Trenord ha sempre ignorato.

 

Spiega Franco Aggio, presidente dell’Associazione che raccoglie oltre un centinaio di viaggiatori:

 

«Siamo arrabbiati e delusi. Anche perché come associazione non abbiamo mai solo critica, anzi, abbiamo sempre fatto delle proposte. Siamo stati collaborativi».

 

E sul motivo di una tale ritorsione, Aggio è chiaro: «Avevano con noi il dente un po’ avvelenato: tutte le volte che li abbiamo contestati con i dati, non hanno mai potuto ribattere, perché erano numeri incontestabili. Nel filmato hanno visto un’opportunità, come si dice: “Colpirne uno per educarne cento”…».

 

TRENI DI TRENORD TRENI DI TRENORD

Ma il presidente non si scoraggia, anzi passa al contrattacco: «Trenord prende 450 milioni di euro l’anno per il servizio, più i soldi dai biglietti e dagli abbonamenti, vorrei sapere quanti ne usa per la comunicazione e il servizio legale...».

 

E, mentre parliamo, fioccano i messaggi di solidarietà dagli altri comitati. L’unica che non si è mai fatta viva è la Regione. «Avevamo scritto all’assessore Terzi illustrandole la situazione, non ci ha mai risposto».

 

«L’assessore Terzi intervenga su Trenord che chiede soldi ai pendolari perché osano ironizzare sul servizio», ha attaccato il consigliere Pd, Pietro Bussolati, «Siamo all’assurdo, non paga di fornire ogni giorno un pessimo servizio, denunciato in tante occasioni, dati alla mano, da noi e dai pendolari, pretende di vietare il diritto di satira. È la prima volta che una società di trasporti chiede soldi di risarcimento ai propri utenti perché osano metterne in discussione il servizio. L’assessore Terzi intervenga e fermi Trenord. In caso contrario si rende complice di un comportamento che lede , oltre che il diritto di satira, ogni principio di buon senso».

 

Concorda il consigliere M5s, Simone Verni: «È una vergogna che Trenord se la prenda con i pendolari, quando i pendolari hanno pienamente ragione. Gli unici ad essere offesi sono i migliaia di viaggiatori che vengono lasciati a piedi o arrivano in ritardo ogni giorno. Trenord si preoccupi di garantire un servizio di qualità piuttosto che continuare ad infierire sui pendolari».

 

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