Laura Valdesi per “il Giorno”
Tornava tutto. I rapporti conflittuali con i suoceri, Isabella Concialdi e l' ex marito Pierino Comodari. La macchina rigata del genero, definito 'pedofilo' perché aveva 27 anni più della figlia. Ossa di animali lasciate appese alla vettura dell' uomo di cui non volevano saperne. Un crescendo. Tre aggressioni con il lancio di acido corrosivo. Lesioni gravi al volto, superiori a 30 giorni di prognosi per Michael Cariglia, 48 anni, nato a Monaco di Baviera. Un calvario, quello vissuto con la moglie Azzurra Moreci, 21 anni, originaria di Poggibonsi, nel Senese.
MICHAEL CARIGLIA E AZZURRA MORECI
Denunciato dai due anche in trasmissioni televisive ed interviste. Erano stati persino trasferiti in un luogo protetto, a San Gimignano. Peccato che fosse tutto falso. Innocenti i suoceri, Isabella Concialdi e Pierino Costantino Comodari, 46 e 53 anni, finiti in carcere nel maggio scorso con l' accusa di essere stati i mandanti grazie al granitico castello di accuse costruito nei loro confronti dalla coppia. Utilizzando lo spoofing che permette di mandare sms attribuendo il mittente a una persona diversa da quella che effettivamente genera il messaggio. Li scrivevano loro, insomma, ma risultavano inviati dai cellulari dei suoceri.
Un colpo di scena degno dei gialli di Agatha Christie dove il colpevole è il personaggio che meno ti aspetti, dunque, quello riservato dai carabinieri della compagnia di Poggibonsi del maggiore Sergio Turini. «Una vicenda sconcertante caratterizzata da connotati che vedono una coppia di coniugi animata da un risentimento così rabbioso nei confronti di Comodari e Concialdi da indurli alla costruzione di plurimi dati oggettivi a carico dei predetti», scrive il gip Giulio Corato nell' ordinanza di custodia che ha portato in carcere a Torino Michael e Azzurra per calunnia aggravata continuata nei confronti dei genitori di quest' ultima. «Ho fatto 5 mesi dentro da innocente ma lo sapevo che la verità sarebbe venuta fuori alla fine», le parole di Comodari al suo avvocato Yuri Marchis quando ha saputo dell' arresto.
Diabolico il piano. Aveva ingannato tutti, all' inizio. Investigatori e procura compresi. Ma Michael e Azzurra non avevano fatto i conti con «meccanismi informatici» portati alla luce «grazie al non comune impegno dei militari operanti», sottolinea il gip Corato. Due appuntati dei carabinieri hanno analizzato con pazienza certosina le 'stringhe' dei tabulati telefonici di un anno e mezzo delle presunte vittime scoprendo anomalie.
E da qui, grazie ad ulteriori approfondimenti, trovando in entrata messaggi minatori provenienti da una piattaforma telematica spagnola, come quelle di solito usate dalle grandi catene di distribuzione a fini commerciali, che consentiva di inviare sms scegliendo e camuffando il mittente. Di più. Per accedervi la coppia ora in carcere, avrebbe usato per le password numeri di telefono che riconducevano a persone vicine a loro, compreso il nonno di Azzurra.
Troppe cose, poi, non tornavano dopo l' ultima aggressione a San Gimignano, il 10 giugno scorso. La tranquillità con cui si muovevano, nonostante le minacce fossero arrivate anche all' avvocato Cristina Bartaloni che all' inizio li difendeva. Mai un testimone dei lanci di acido, quello del 23 febbraio, sempre a San Gimignano, e del 19 aprile a Torino. Il movente di questa messa in scena? «Una situazione di forte rancore della Moreci - sottolinea il comandante provinciale dell' Arma di Siena Stefano Di Pace - verso i genitori, colpevoli di non essersi mai presi cura di lei». Ma forse c' è altro. «Io faccio le denunce e voi arrestate me?», ha detto Cariglia quando i militari si sono presentati a casa sua. Azzurra è rimasta in silenzio. Game over.