IL BANCOMAT DELLA FELICITÀ - NEL PADOVANO UNO SPORTELLO AUTOMATICO DELLE POSTE HA INIZIATO A EROGARE IL DOPPIO DEI SOLDI RICHIESTI - NON SOLO, A BENEDIRE L'OPERAZIONE PURE LA RICEVUTA CARTACEA CHE INDICAVA LA SOMMA DIGITATA E NON QUELLA DOPPIA EROGATA - APPENA SI È DIFFUSA LA NOTIZIA È PARTITA LA CORSA AL PRELIEVO, E ORA ALLE POSTE È SCATTATA LA CACCIA AI FORTUNATI...

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Eugenio Garzotto per "Il Gazzettino"

 

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Il bancomat che tutti sognano: digiti l' importo richiesto e ritiri il doppio della cifra. Una fantasia che si è tradotta in realtà per i clienti dell' ufficio postale di via Libero Benedetti che, fra sabato e domenica scorsi, hanno prelevato denaro contante dal dispositivo della filiale.

 

Una vera e propria manna causata da un disservizio alla cui origine potrebbe esserci una svista del personale addetto al quotidiano caricamento del Postamat della cittadina collinare. Il condizionale, al momento, è d' obbligo in quanto sono tuttora in corso le verifiche da parte dei tecnici incaricati da Poste Italiane, chiamati ad accertare cosa sia realmente accaduto.

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Ad una prima stima, sarebbero stati prelevati in totale 10 mila euro, di cui quindi 5000 non dovuti. Di questa eccedenza, 3000 sarebbero già stati riconsegnati dagli stessi correntisti al personale dell' ufficio postale. Per i 2000 mancanti, Poste Italiane sta contattando chi ha effettuato i prelievi, cui è risalito dal numero di serie della tessera utilizzata.

 

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LA SORPRESA Ovviamente, la notizia si è subito sparsa per tutto il paese nel giro di poche ore, suscitando parecchia curiosità e anche qualche ironia. Il copione è stato identico per tutti gli episodi verificatisi di circa trentasei ore. Il cliente si avvicinava allo sportello, digitava il codice personale, componeva sul tastierino numerico l' importo che intendeva prelevare e pochi attimi dopo, a sorpresa, si trovava in mano esattamente il doppio.

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Non solo. La ricevuta cartacea che certificava l' avvenuta operazione riportava la cifra indicata da chi aveva prelevato e non quella della somma effettivamente erogata. Ed è proprio questo particolare, al momento, che fa propendere per l' errore umano. Il sistema elettronico dello sportello Atm, in buona sostanza, ha funzionato bene, registrando correttamente tutti i passaggi della transazione. Sarebbero state quindi le banconote a trovarsi nel posto sbagliato.

 

LA SPIEGAZIONE «Si tratta di un disservizio che si verifica assai raramente spiegano dall' Ufficio comunicazione della sede di Mestre di Poste Italiane - all' interno di ogni dispositivo ci sono degli scomparti in cui il denaro viene suddiviso a seconda dei tagli». Se, per fare un esempio, nel cassettino che ospita le banconote da dieci euro vengono inserite quelle da venti, è ovvio che automaticamente venga erogata una cifra superiore a quella richiesta dal cliente.

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«Molto probabilmente spiega ancora Poste Italiane è proprio questo che è accaduto nella filiale di Galzignano. Ad ogni modo, la maggior parte dei correntisti che hanno effettuato i prelievi maggiorati ha subito fatto presente ai nostri dipendenti quello che era accaduto e ha restituito la cifra eccedente».

 

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In questi giorni, inoltre, il personale della filiale sta prendendo contatto con quanti non sono ancora tornati nell' ufficio postale a restituire il denaro in più. Tutti i movimenti bancari, infatti, sono tracciati telematicamente e tramite il numero seriale della card è semplice risalire in tempi brevissimi alla persona che ha ritirato il contante e che magari, nella fretta, non si è subito accorto di avere intascato più del dovuto.

 

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Oppure si è allontanato con disinvoltura, decidendo di approfittare dell' insperata fortuna capitatagli. «A quanto ci risulta, comunque, si tratta del primo caso di un disservizio del genere avvenuto nella provincia di Padova», conclude un portavoce della società.

 

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La curiosa vicenda non è però finita qui. Gli accertamenti interni da parte della società potrebbero infatti provocare qualche grattacapo a chi ha manualmente eseguito l' operazione di caricamento del bancomat. Generalmente, si tratta dello stesso direttore dell' ufficio, oppure di un suo stretto collaboratore. Che potrebbe adesso essere addirittura chiamato a rifondere di tasca propria la differenza, nel caso l' ammanco totale non venga alla fine interamente recuperato.

 

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