affresco con benito mussolini nella cattedrale di montreal duce

BENITO MA NON BENISSIMO – NELLA CATTEDRALE DEGLI ITALIANI DI MONTRÉAL, NOTRE DAME DE LA DÉFENSE, C’È UN AFFRESCO DEL 1934 CHE RAPPRESENTA BENITO MUSSOLINI A CAVALLO, IN TRIONFO TRA I GERARCHI FASCISTI – I TENTATIVI DI APPORRE UNA TARGA PER PRENDERNE LE DISTANZE SONO FALLITI – LO STORICO FRANCESCO FILIPPI: “PER UNA PARTE DELLA COMUNITÀ ITALIANA IN CANADA MUSSOLINI RAPPRESENTA ANCORA UN SIMBOLO DI QUELLO CHE IN TEMPI DIFFICILI SEMBRAVA UN COLLEGAMENTO CON LA MADREPATRIA...”

Estratto dell’articolo di Francesco Filippi per www.repubblica.it

 

AFFRESCO CON BENITO MUSSOLINI NELLA CATTEDRALE DI MONTREAL

Notre Dame de la Défense è una delle chiese della comunità italiana di Montréal, in Québec. Una bella costruzione ariosa, decorata all’interno con una teoria di santi e figure tra cui spicca, a cavallo, Benito Mussolini circondato dai suoi gerarchi. Da novant’anni questo duce sormontato dalla Madonna ascolta le preghiere in italiano dei fedeli, mentre attorno a lui la città è cresciuta divenendo uno dei maggiori centri economici del Nordamerica. […]

 

Decorata nel 1934, la chiesa doveva rappresentare l’orgoglio patrio degli italiani: erano i tempi della normalizzazione tra Stato e Chiesa coi Patti Lateranensi e di Italo Balbo trasvolatore, il fascismo italiano veniva studiato come possibile terza via tra capitalismo e comunismo e, complici le pesanti ingerenze del ministero degli Esteri fascista, Mussolini divenne per molti italiani del Québec uno dei simboli di un’Italia d’oltremare che cercava dignità e riscatto.

 

AFFRESCO CON BENITO MUSSOLINI NELLA CATTEDRALE DI MONTREAL

Il duce a cavallo in chiesa, insieme alle linee razionaliste decorate di fasci littori della Casa d’Italia, sono stati per lungo tempo l’àncora simbolica di una comunità che ha dovuto resistere al razzismo, lottando contro gli stereotipi (non sempre infondati) sulla delinquenza organizzata e riuscendo a ritagliarsi un ruolo nel mosaico culturale francocanadese.

 

Anche dopo la guerra persa, durante la quale molti italiani in Canada furono internati in campi di prigionia come sospetti fascisti, la presenza del duce in un luogo di culto non sollevò clamore.

 

La composizione della comunità è cambiata: i tempi dell’italiano “migrante brigante” sono lontani e oggi la maggior parte di chi arriva dall’Italia appartiene al mondo dell’emigrazione qualificata e cosmopolita, che spesso non sente la necessità di rinchiudersi nella propria comunità.

 

cattedrale di Notre Dame de la Defense a Montreal

In questo contesto la memoria del duce cavallerizzo ha cominciato a risultare stretta, per qualcuno imbarazzante. Pur lontano dai clamori della cancel culture di altre latitudini, anche a Montréal ci si è interrogati sull’ingombrante presenza in chiesa di uno dei dittatori più sanguinari nel Novecento. Ma chi ha chiesto una risignificazione dell’affresco di Mussolini si è scontrato con forti e inaspettate resistenze.

 

Luca Sollai, storico e ricercatore al Centro di studi e di ricerche internazionali dell’Università di Montreal (Cérium), ha fatto parte del comitato che qualche anno fa avanzò alcune possibili soluzioni per contestualizzare l’affresco.

 

AFFRESCO CON BENITO MUSSOLINI NELLA CATTEDRALE DI MONTREAL

Ancora stupito Sollai racconta che l’iniziativa partiva dalla semplice necessità di ricomporre la realtà storica con la propaganda fascista: nessun furore iconoclastico, ma proposte come l’apposizione di una targa esplicativa che inquadrasse storicamente l’opera. Ma senza risultato.

 

Nonostante il comitato fosse forte di centinaia di firme a sostegno della risemantizzazione dell’opera, fu permesso solo di modificare alcuni paragrafi della guida che illustra la chiesa. Il duce rimane tuttora trionfante sul suo cavallo, senza contraddittorio.

 

LO STORICO FRANCESCO FILIPPI

Se per le nuove generazioni che oggi visitano la chiesa l’immagine del dittatore scivola nel grottesco, evidentemente per una parte della comunità rappresenta ancora un simbolo di quello che in tempi difficili sembrava un collegamento con la madrepatria valido quanto altri.

 

L’Italia che una parte degli italiani del Québec vuole difendere anche da una semplice targa non esiste più, ma il suo ricordo sembra ancora fonte di una divisione che ha a che fare molto più con le emozioni che con la storia. Negli anni Trenta e Quaranta, proprio a causa della pervasività della propaganda mussoliniana, per molti canadesi “fascista” e “italiano” furono la stessa cosa, e tali divennero per molti emigrati che non avevano altro modo per essere riconosciuti.

 

cattedrale di Notre Dame de la Defense a Montreal

[…]  «Certo», si può sentir dire ancor oggi tra i mosaici della Casa d’Italia di Montréal, «il fascismo fu una brutta cosa, ma mica eravamo nazisti. E poi Balbo insegnò agli americani a volare…». Si può arrivare a difendere una dittatura pur di non perdere sé stessi.

 

Oggi, mentre si assiste da parte di molti esponenti del governo italiano a un ritorno nell’agone della retorica pubblica di parole come Nazione, Patria e Onore, la lezione della comunità italiana di Montréal sembra suonare come un monito amaro: vi sono retoriche la cui potenza scavalca il semplice intento propagandistico, andando a impattare su sentimenti profondi e incidendo ferite nel tessuto connettivo di una comunità. […]

LO STORICO FRANCESCO FILIPPIAFFRESCO CON BENITO MUSSOLINI NELLA CATTEDRALE DI MONTREAL

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….