Noah Kulwin per http://www.recode.net
Quando mi sono svegliato questa mattina, il primo articolo che ho letto era un’indagine di Gabriel Sherman per ‘New York Magazine’ sulla questione del ‘buon giornalismo’ finanziato da Jeff Bezos con l’acquisto del ‘Post’ per 250 milioni di $.
Il successo della compagnia è inequivocabile, soprattutto in campo digitale. Sherman scrive che nei due anni e mezzo trascorsi da quando Bezos ha acquistato il giornale sono aumentate notevolmente le assunzioni, le indagini importanti e ambiziose e, soprattutto, è cresciuto in modo significativo il pubblico digitale del ‘Post’. Insomma, qui confezionata, abbiamo una toccante storia di raro successo nell’ecosistema dei media, in quel mondo dove è quasi impossibile costruire un business sostenibile a partire dalle notizie.
Ma il penultimo paragrafo critica con decisione l’atteggiamento ottimistico di Sherman. Dal suo pezzo:
“Secondo le fonti, i ricavi digitali del 'Post' sono di circa $60 milioni, ben al di sotto del fabbisogno che la redazione necessita per funzionare bene. Il totale dei proventi di gestione pubblicati l’ultima volta nel 2012, era di $ 580.000.000. Una stima oggi si avvicinerebbe probabilmente ai $ 350 milioni. Un ex del 'Post' mi ha confidato che Bezos avrebbe detto in riunione che il bilancio annuale della società, attualmente circa $ 500 milioni, dovrà essere tagliato del 50 per cento nei prossimi tre anni".
Nonostante la crescita digitale del 'Post' (secondo Sherman alimentata da un investimento di Bezos di $ 50 milioni) le prospettive di fare business rimangono piuttosto tristi.
Come molti altri giornali, tra cui il 'New York Times', la maggior parte delle entrate del 'Post' provengono dagli abbonamenti di stampa, che stanno diminuendo rapidamente a livello industriale.
Per compensare, la leadership del 'Post', secondo Sherman, sta esplorando una serie di fonti di reddito in gran parte non testate o in fase iniziale. Tra queste, vendere il suo sistema di gestione dei contenuti potrebbe generare $ 100 milioni di fatturato annuo. Inoltre, il giornale pubblica un sacco di roba direttamente su Facebook e altre piattaforme. E, naturalmente, c'è un picco significativo nel pubblico su mobile.
Se gli sforzi digitali del post generano 60 milioni di dollari di fatturato, una piccola percentuale dei quali contribuisce all’utile operativo con 350.000.000 $, la versione in carta è ancora lontana da qualcosa di simile alla stabilità economica.
Il vantaggio del Post è di essere di proprietà di una delle persone più ricche del pianeta, Jeff Bezos, con un patrimonio netto di quasi $ 60 miliardi di dollari e che ritiene che sostenere il giornalismo sia di pubblico interesse. Anche se Bezos ha già sventrato pensioni e annunciato ulteriori tagli, il Post non scomparirà nei prossimi anni.
Ma la maggior parte dei giornali non ha dietro di sé un papà miliardario. Altri documenti di alto profilo nei mercati dei media principali hanno goduto di acquirenti miliardari ( 'New York Time's e Mike Bloomberg, il 'Los Angeles Times' e Eli Broad), ma la tendenza del settore è chiara.
Bezos e i suoi milioni investiti nel 'Post' non hanno ancora scoperto il trucco per rendere il mondo delle notizie un business redditizio. Ma intanto si può permettere di mandare avanti la baracca, con la certezza che i miliardi di Bezos non si esauriranno. Ma non è esattamente la stessa cosa che si può dire altrove.