Estratto dell’articolo di F. Bat. per il “Corriere della Sera”
[…] David Barnea […] «Sappia ogni mamma araba — ripete il capo dei servizi segreti israeliani —, se suo figlio ha partecipato direttamente o indirettamente alla strage del 7 ottobre, che tutti pagheranno con la vita». Messaggio chiarissimo: «Oggi siamo nel pieno d’una guerra. E il Mossad, oggi come 50 anni fa, deve far pagare un prezzo agli assassini, a chi li ha organizzati e a chi li ha mandati. Servirà tempo, come dopo la strage di Monaco, ma li raggiungeremo ovunque siano nel mondo».
SALEH AL AROURI ISMAIL HANIYEH
Se non è una rivendicazione dei droni di Beirut, l’Hermes 900 e l’Heron che con tre razzi hanno incenerito il numero due di Hamas, poco ci manca. Israele non ha confermato, né negato. Ma Saleh al-Arouri è solo il primo della lista. […] secondo un think tank palestinese, il Centro di ricerca e monitoraggio della politica, sia a Gaza che in Cisgiordania la popolarità di Hamas è molto superiore a quella — che all’epoca era un po’ in calo — di prima del 7 ottobre. L’effetto della morte di Al-Arouri non si ferma qui, però.
«C’è da chiedersi — dice un popolare editorialista israeliano, Nahum Barnea, mai tenero con Netanyahu — se si siano calcolati con esattezza i costi e i benefici di queste uccisioni mirate. Lo spero. È una scommessa sulla pelle di soldati e ostaggi. E una mazzata sui negoziati che americani e francesi stavano iniziando con gli Hezbollah in Libano». L’Egitto ieri ha «congelato» il suo ruolo di mediatore fra Israele e il movimento islamico […]