Conchita Sannino per ''la Repubblica''
Un "patto di Varsavia" per sollevare le sorti, mai magnifiche, dei pendolari napoletani. Così il potenziamento dei servizi di cui ha fame la Campania messa in ginocchio dai tagli al trasporto pubblico diventa una strenna tanto invocata quanto insolita. C' è infatti una pattuglia di bus in arrivo. Nuovi? No, usati. Tutti provenienti dalla Polonia, che non a caso è ormai Paese leader in Europa per impiego di fondi comunitari, e sostanzialmente più avanti per incremento e potenziamento delle infrastrutture.
Costati 1,2 milioni di euro più Iva, 50mila a mezzo, categoria Euro 5, marca Solaris, i bus che i viaggiatori in eterna attesa "proveranno" tra Napoli e Pozzuoli hanno alle spalle 7 anni di vita e in media 600mila chilometri. Troppo? «Niente affatto», replicano ai vertici dell' Ente Autonomo Volturno, l' Eav dalle mille e una voragine, società regionale da 60 milioni di viaggiatori l' anno (ma la parte del leone la fanno le linee ferroviarie e malandatissime di Circumvesuviana e Circumflegrea-Cumana) e da 700 milioni di debiti, ancora faticosamente sottratta a un gigantesco fallimento grazie all' ultima iniezione di fondi impegnati dal governatore Vincenzo De Luca.
«Certo che ce li hanno rifilati, sono mezzi che hanno già raggiunto sulle proprie ruote i 7 anni: un tempo che per la media europea li fa ritenere vecchi. E se in Polonia se ne liberano, allora un motivo c' è», insiste Adolfo Vallini del sindacato Usb. Antonio Mazzella, del coordinamento Usb nazionale, vuole guardare più lontano e a guasti più seri: «Certo fa amaramente ridere questa faccenda dei bus che compriamo usati. Tra l' altro, mi chiedo sommessamente: un cittadino di Milano che sale su un mezzo nuovo e uno che a Pozzuoli deve accontentarsi di uno con 7 anni di vita altrimenti rinuncia totalmente ai trasporti, sono uguali di fronte allo Stato?
Ma a parte questo, mi preoccupano onestamente altre cadute di Eav. Come i deragliamenti dei treni della Cumana: un altro soltanto una settimana fa, e sono quattro nell' ultimo anno». «Sui bus usati e sicuri, per me c' è una polemica insulsa. Ma scusate, cosa avete contro la Polonia, mi verrebbe da chiedere », reagisce Umberto De Gregorio, presidente di Eav, che ha inglobato tutti i servizi su gomma dopo il fallimento clamoroso di Eav bus nel 2012. E almeno ha sbloccato il Tfr che i centinaia di ex dipendenti attendevano da anni.
De Gregorio si attribuisce il ragionamento del buon padre di famiglia: «Con i fondi Pac potevo esclusivamente acquistare mezzi usati, e l' ho fatto ottendendo il meglio e mettendo a disposizione dell' utenza più mezzi che se avessi avuto i soldi per comprarne di nuovi. In tal modo abbiamo comprato 23 bus usati in buone condizioni anziché 7 bus nuovi».
Poi, un po' la butta in politica: «Parliamo di reazioni strumentali che sono fortemente politicizzate, da parte di un personaggio come Vallini che cerca pretesti per fare campagna a favore del no sul referendum ». Intanto gli utenti aspettano: dopo le foto di rito con i bus schierati sul molo di Pozzuoli e gli squilli di tromba mediatici, ci vorranno almeno altri 50 giorni per vederli in azione.
Gli altri 30 "battezzati" dal presidente De luca a ottobre quelli sì, nuovi, acquistati con fondi regionali - entreranno in funzione a dicembre. Intanto sulla linea Baia Torregaveta, zona flegrea, nella domeniche in cui non va peggio si attende anche 30 minuti per una corsa. «Ma scusate, quando arrivano i mezzi polacchi?», chiede la pensionata. E il ragazzo: «Sono vecchi, signo'. Ma per noi, anche nuovi».