Estratto dell’articolo di Giorgio Bernardini per www.corriere.it
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L’assalto dei «fascisti del terzo millennio alla roccaforte dei radical chic di sinistra». La provocazione è servita. Sembra tutto un po’ stereotipato nelle suggestioni ispirate dall’annuncio di CasaPound, che stamane ha rivelato la location della prossima festa nazionale: Capalbio. Sì, quella Capalbio, il piccolo borgo medievale in provincia di Grosseto che a partire dalla seconda metà del Novecento è stato rifugio vacanziero - fisico e letterario - della sinistra intellettuale italiana. […]
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Del resto con la Toscana - e ancor di più con la Maremma - CasaPound aveva cominciato a prendere dimestichezza negli ultimi anni, organizzando in modo continuativo la sua festa proprio a Grosseto, dove l’amministrazione comunale di centrodestra è guidata dall’eccentrico sindaco civico Anton Francesco Vivarelli Colonna.
[…] Forse però la scelta del luogo è meno simbolica di quel che appare. La narrazione della Capalbio “piccola Atene” degli intellettuali di sinistra nata negli anni Ottanta, per chi conosce il territorio, è infatti sempre meno attuale. Sempre più distante dalla realtà. Alle ultime elezioni comunali, nel 2022, è stato eletto sindaco Gianfranco Chelini, che con la sua lista civica 'Adesso per Capalbio' ha raccolto quasi il 55% dei consensi, costruendo parte della propria campagna elettorale «sugli errori del Pd».
DIREZIONE RIVOLUZIONE CASAPOUND
[…] Per dirla con i numeri, a Capalbio alle recenti elezioni Europee ha trionfato Fratelli d'Italia con il 41,3% dei voti (contro il 23,4% del Pd). Insomma, Fdi non sarà CasaPound, ma anche Capalbio non più come viene descritta. Anzi, sembra divenuta semmai una roccaforte della destra. Il nome della manifestazione che si svolgerà nell’estate del 2025 rimarrà quello di quest’anno: «Direzione rivoluzione», con il chiaro intento dell’associazione di far proprio un termine - Rivoluzione - così caro alla sinistra novecentesca da far sgranare gli occhi.
Molto prima del confine dell’egemonia lessicale e culturale, sta però la provocazione: la stessa che porta “i fascisti del terzo millennio” a organizzare la Festa nazionale nell’ex roccaforte dei “nemici”. Che però, da tempo, sembrano essersene andati da lì.
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