Marco Gasperetti per "www.corriere.it"
Ci sono voluti undici anni per trasformare in realtà il sogno dei buddisti italiani. O meglio la burocrazia ha impiegato più di due lustri per dare il via libera al primo monastero buddista tibetano del Terzo Millennio, il più grande d’Italia e probabilmente d’Europa.
Sorgerà a Pomaia, località sulle colline pisane (Comune di Santa Luce) e sarà l’esempio solenne di «karma positivo» (per i buddisti un’azione buona che apre altri sviluppi benefici), non solo per i «tibetani», ma anche per le altre comunità e per i piccoli gruppi zen che da anni seguono i principi del principe Siddharta. A Pomaia da anni sorge un istituto buddista (Lama Tzong Khapa).
Dal sogno alla realtà
Seduti davanti a un tavolo, sindaco di Santa Luce, presidente della provincia e assessore regionale, hanno firmato la conclusione dell’iter che ha determinato anche una variante del piano regolatore e dunque autorizzato la costruzione del tempio in una ex cava, un luogo che nel 2014 il Dalai Lama aveva visitato (con lui anche l’attore Richard Gere) e aveva benedetto.
«Finalmente dopo tanto attendere, l’iter burocratico e urbanistico si è concluso», commenta Manuela Ferro, responsabile della comunicazione dell’Istituto Lama Tzong Khapa. «Ora inizierà la fase della realizzazione del monastero di cui si occupa l’associazione di monaci e monache Sangha Onlus».
I costi saranno interamente finanziati dalla comunità buddista e dunque non ci sarà alcun contributo pubblico. Il terreno è già stato acquistato dai monaci che, per far diventare realtà il sogno, hanno fondato un’associazione monastica, la Sangha Onlus appunto, separata dall’Istituto Lama Tzong Khapa, fondato nel 1977 e visitato dal Dalai Lama, ma composta dagli stessi religiosi.
Il progetto, firmato da Gino Zavanella, uno dei più grandi architetti italiani e autore dello Juventus Stadium, e dall’architetto toscano Mauro Ciampa, è già pronto, con tanto di piano di fattibilità. Sono state compiute alcune modifiche per armonizzare l’edificio nel panorama delle colline pisane. Zavanella, simpatizzante dei buddisti, ha accettato l’incarico anche per una questione di novità.
Prima struttura in Italia
Una volta inaugurato, infatti, la struttura sarebbe la prima in assolto: in Italia ci sono da tempo centri di meditazioni ma non un monastero. In realtà i monasteri saranno due, anche se si può parlare di ali di uno stesso edificio. Quella dei monaci e quella delle monache e le cucine.
Poi sarà realizzato il tempio, la biblioteca e la residenza dell’abate, il monaco responsabile. Tutto sarà realizzato a piccoli lotti, in modo graduale, correggendo eventualmente alcune soluzioni per rendere il monastero ancora più integrato nel paesaggio se ci sarà bisogno.
Anche l’istituto Lama Tzong Kapa, il centro attualmente in funzione, potrebbe essere interessato da un progetto di ampliamento con una grande sala dedicata alla meditazione. In passato un incendio devastante distrusse infatti la sala della meditazione.
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