CHE COSA CAMBIA CON LA NUOVA DIRETTIVA SUL COPYRIGHT PER UTENTI E SOCIETÀ? - NON CI SARA’ ALCUN CAMBIAMENTO IMMEDIATO. SERVE ANCORA UN PASSAGGIO IN CONSIGLIO E, NEI PROSSIMI DUE ANNI, IL RECEPIMENTO DEL TESTO IN OGNI STATO MEMBRO - A QUEL PUNTO, GOOGLE O FACEBOOK DIVENTERANNO RESPONSABILI DI QUANTO VIENE PUBBLICATO AL LORO INTERNO - PER GLI UTENTI…

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Martina Pennisi per il “Corriere della Sera”

 

Come dovrà cambiare il comportamento delle piattaforme?

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Il voto di ieri non comporterà alcun cambiamento immediato. Serve ancora un passaggio in Consiglio e, nei prossimi due anni, il recepimento del testo in ogni Stato membro. A quel punto, i vari Google o Facebook - che guadagnano anche grazie ai contenuti altrui protetti dal copyright (escluse le no profit come Wikipedia, quindi) - diventeranno responsabili di quanto viene pubblicato al loro interno.

 

Dovranno trovare accordi (economici) con i detentori dei diritti di canzoni o video o dimostrare di aver «compiuto i massimi sforzi» per riuscire a farlo. Previsti «massimi sforzi» anche per rispettare le intese e «interventi tempestivi» per rimuovere quanto viene segnalato dai legittimi proprietari. Come spiega l' avvocato Ernesto Belisario, «si passa dal solo obbligo del tempestivo take down della direttiva sul commercio elettronico a oneri più stringenti». È pur vero che la definizione «massimi sforzi» lascia la porta aperta a diverse interpretazioni.

 

Cosa cambierà per le persone?

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La direttiva non si occupa degli utenti e dei loro scambi negli spazi privati, come le app di messaggistica. Le persone vengono indirettamente coinvolte nel momento in cui pubblicano un contenuto protetto dal diritto d'autore sulle piattaforme: potrebbero vederlo scomparire poco dopo o scoprire successivamente che è stato rimosso.

 

Entrambe le cose accadono già, perché i colossi si sono attrezzati da tempo: con la nuova scure dovrebbero diventare più frequenti, puntuali e «tempestive». Non accadrà nulla se il contenuto protetto è protagonista di un meme o di una Gif: la sfida sarà spiegare alle intelligenze artificiali come non fare confusione. Inoltre, le persone potrebbero veder mutare le caratteristiche o le fonti degli aggregatori di notizie, ma questo riguarda la prossima risposta.

 

Cosa c'entrano i giornali?

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Uno degli articoli più importanti (il 15) riguarda il rapporto fra gli editori e chi pubblica le anteprime dei loro articoli, gli snippet . Gli aggregatori come Google News - che guadagna grazie all' organizzazione delle altrui notizie e garantisce visibilità alle stesse - devono trovare un accordo economico per pubblicare i testi più lunghi di «singole parole ed estratti molto brevi». Un' altra definizione ancora (molto) ampia. «Immagino non comprenda le foto e bisognerà chiarire il ruolo dei titoli», dice Belisario.

 

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