1. LA FIGLIA NEONATA IN AUTO, LORO ALLA FESTA «MA LA CONTROLLAVAMO COL BABY MONITOR»
Estratto dell’articolo di R. I. per "il Messaggero"
A CATANIA MUORE UN BIMBO LASCIATO IN AUTO DAL PAPA’
Hanno lasciato in auto, con i finestrini chiusi, una bambina di soli otto mesi. Mentre la piccola dormiva, i genitori, di 41 e 31 anni, si sono allontanati dal parcheggio e hanno preso parte a una festa di matrimonio. Con in carabinieri si sono giustificati dicendo di essere tranquilli e che la piccola non era in pericolo, visto che la stavano controllando tramite il baby monitor collegato ai loro cellulari. Non è bastato per convincere i militari. E adesso mamma e papà rischiano entrambi di finire sotto inchiesta: sono stati denunciati per abbandono di minore. È successo ieri sera in provincia di Milano, in un ristorante in via Fratelli Cervi, a Cusago.
[…] Quando i militari sono arrivati, hanno trovato la piccola addormentata nel seggiolino, posizionato nel sedile posteriore di una macchina. I finestrini erano chiusi. I militari hanno rapidamente individuato genitori, entrambi milanesi[…] Hanno detto di aver preferito lasciare riposare la bambina che si era addormentata durante il tragitto per raggiungere il ristorante. E i finestrini chiusi? Alla domanda dei carabinieri hanno risposto di averli alzati per evitare che la bimba prendesse freddo e si ammalasse. La piccola, in buona salute, è stata riaffidata ai genitori, ma la coppia è stata denunciata per abbandono di minore. Ora potrebbe venire convocata in Procura.
2. SOLA IN AUTO A OTTO MESI E I GENITORI ALLA FESTA MA UNA FIGLIA NON PUÒ ESSERE UNA BORSETTA
Estratto dell’articolo di Assia Neumann Dayan per “la Stampa”
A CATANIA MUORE UN BIMBO LASCIATO IN AUTO DAL PAPA’
[…]
Diverse cose mi stupiscono dei genitori che lasciano i bambini da soli, perché questa non è una notizia isolata, seppur collegati in videochiamata con un cellulare. La prima è l'incrollabile fiducia che ripongono nella tecnologia […] Si può interrompere la trasmissione, può venire a mancare il segnale, l'immagine si ferma e tu continui a guardare un bambino che dorme quando in realtà è sveglio: diciamo che non affiderei mai la vita di mio figlio a una buona connessione e a una carica.
La seconda cosa è la chiusura dei finestrini: i genitori hanno detto che i finestrini li avevano chiusi per evitare malanni alla piccola, forse senza pensare che è meglio un raffreddore che una razione di aria limitata. La terza cosa è che mi viene da pensare che abbiano scollegato il dispositivo anti-abbandono, obbligatorio, e il pensiero di disattivare un dispositivo salvavita dovrebbe contemporaneamente accendere un certo sesto senso. La quarta è che se si fosse avvicinato alla bambina un malintenzionato non avrebbero potuto fare niente. La mia ipotesi, e tale rimane, è che i genitori abbiano pensato che, siccome la bimba si era addormentata, era meglio lasciarla dormire per non scombussolarla.
È ovvio che è vero che è meglio che una bambina così piccola dorma, invece che stare in un ristorante dove c'è una festa piena di gente, musica, trenini, ma a casa sua e non in un parcheggio. C'è questa tendenza promossa da un certo pulpito dove più o meno chiunque dice che la nostra vita da genitori non deve cambiare, ma questo non è possibile, perché un figlio non è una borsetta o un qualsiasi altro oggetto inerte che lo appoggi lì e te ne dimentichi. Con un figlio bisogna fare delle rinunce, o quantomeno pagare una baby-sitter.
Fare delle rinunce non ti mette in pericolo di vita, non ne risente la salute mentale, non succede niente: si fa e basta. L'idea che con un bambino piccolo si possa fare la vita di prima è semplicemente un'idea ipocrita.
Si dice spesso che non si può giudicare, che tutti combattono battaglie che non sappiamo, che prima di parlare bisogna conoscere i fatti: tutto giusto, ma non è sempre così. Esiste una scala di gravità delle cose, esistono cose che non trovano nessun tipo di giustificazione nella realtà, e lasciare una bambina di pochi mesi in macchina da sola per andare a una festa non è esattamente una battaglia di cui non conosciamo i motivi.
La quinta cosa che mi stupisce è che esistono dei fatti di cronaca che hanno cambiato la percezione del rischio, ma alcuni ne sembrano immuni: la mia generazione è stata toccata dal caso di Madeleine McCann […] Di rinunce non è mai morto nessuno, di sottovalutazione del rischio sì.