CHI ERA LA CANTAUTRICE CHE HA FATTO SCAPOCCIARE DI FAZIO? L'IMPRENDITORE ARRESTATO CON L'ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE SI PRESENTAVA A TUTTI I SUOI CONCERTI CON CENTO ROSE ROSSE: " LA CERCAVA DI CONTINUO - UN AMICO RACCONTA CHE GIRAVA CON UNA PISTOLA E PAGAVA SOLO IN CONTANTI - IERI E' STATA SENTITA ANCHE LA EX MOGLIE: ANCHE LEI E' STATA DROGATA E ABUSATA, MA LE SUE DENUNCE PER MALTRATTAMENTI SONO STATE ARCHIVIATE...

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Cesare Giuzzi per il Corriere della Sera
 

antonio di fazio antonio di fazio

Un uomo in doppiopetto scortato da un bodyguard si fa largo tra il pubblico di ragazzi a fine concerto. Raggiunge il palco, poi va verso il camerino. Ha un mazzo con cento rose rosse. Chiede di incontrare la cantante, una cantautrice italiana. Insiste.
 
Lei lo saluta, ringrazia, ma si ritrae. Quello è il quinto concerto in un mese. Sempre la stessa cantante, diventata un'ossessione. Il distinto signore in doppiopetto è Antonio Di Fazio, il 50enne imprenditore arrestato una settimana fa con l'accusa di aver narcotizzato e violentato una 21enne bocconiana.
 

antonio di fazio antonio di fazio

Ieri la sua ex moglie è stata sentita per otto ore dai magistrati Letizia Mannella e Alessia Menegazzo. Ha raccontato di essere stata drogata con benzodiazepine e abusata fin dal 2009. Le sue denunce per maltrattamenti erano però state archiviate. Un racconto «lungo e doloroso», con molti momenti drammatici: «Non potevo più vivere, mi minacciava». La separazione nel 2012.
 
L'episodio della cantante viene raccontato da chi, tre anni fa, era stato ingaggiato per «curare la sua immagine». Di Fazio lo conosce per caso tramite amici. Qualche mese dopo si fa avanti: «Avrei bisogno della vostra assistenza per le mie aziende». In realtà nei 12 mesi di contratto (10 mila euro al mese) il manager non chiede nulla che abbia a che fare con la comunicazione.
 

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«Sapeva che ero in contatto con la cantante. Era ossessionato, ma l'ho scoperto solo più avanti. Riuscì anche a procurarsi attraverso altri canali il suo numero. La cercava di continuo», racconta l'ex collaboratore. «Mi dava appuntamento in locali e lounge bar di hotel esclusivi di Milano. Parlavamo, mi raccontava delle sue attività, della famiglia, sembrava più che cercasse un amico. Non mi ha mai chiesto altro se non di accompagnarlo, appunto, a quei concerti».
 
Un giorno il manager va a prenderlo con l'autista. Destinazione Firenze. «A fine concerto andiamo in un lussuoso albergo. Lui scende dall'auto, prende due suite. Ha pagato con banconote da 500 euro. Disse che era abituato così. Usava quasi sempre contanti».
 

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Ora la procura e i carabinieri del Nucleo investigativo stanno indagando sulle sue ricchezze e sui presunti rapporti con uomini della criminalità organizzata. Nei racconti dell'ex curatore d'immagine c'è il profilo di un imprenditore facoltoso, con molte amicizie e diverse ombre.
 
Quei 12 mesi riletti oggi sulla base degli atti dell'indagine (è accusato di almeno tre violenze) mettono i brividi: «Girava con il lampeggiante e una guardia del corpo. Sotto la giacca portava una fondina con una pistola».
 

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Forse la riproduzione della Glock sequestrata a casa insieme a un tesserino del ministero dell'Interno. «Diceva che la scorta gli era stata assegnata dalla questura perché aveva ricevuto una busta con proiettili dalla ex moglie con cui aveva una causa di separazione».
 
La stessa circostanza denunciata a fine maggio per contrattaccare alla denuncia di violenza presentata dalla 21enne. «Diceva che la sua famiglia possedeva una clinica a San Marino, dove lavora la sorella.
 

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Ci andava una volta a settimana». E poi viaggi in Svizzera e in Calabria dove sosteneva di avere uno yacht. Millanterie? «I soldi non gli mancavano. Aveva una Ferrari. Eppure viveva in casa con i genitori».

 

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