CHI HA UCCISO VALDLEN TATARSKY? – IL BLOGGER AMMAZZATO IERI A SAN PIETROBURGO ERA UN GRANDE SOSTENITORE DELLA BRIGATA WAGNER DI PRIGOZHIN, CHE SECONDO ALCUNI SAREBBE DOVUTO ADDIRITTURA ESSERE LÌ PER SALUTARLO – LA PROPAGANDA RUSSA GIÀ DÀ PER CERTA LA “PISTA UCRAINA”, MA DIETRO POTREBBERO ANCHE ESSERCI I SERVIZI DI MOSCA, CHE AVREBBERO VOLUTO MANDARE UN AVVERTIMENTO AL GRUPPO DI MERCENARI, SEMPRE PIÙ INGOMBRANTE – LA WAGNER ANNUNCIA LA PRESA DI BAKHMUT, IN ONORE PROPRIO DEL BLOGGER, MA KIEV SMENTISCE

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attentato a san pietroburgo attentato a san pietroburgo

1. UCRAINA: KIEV SMENTISCE PRESA RUSSA DI BAKHMUT

(ANSA-AFP) - L'esercito ucraino ha affermato di avere ancora il controllo di Bakhmut. La precisazione fa seguito all'annuncio fatto ieri sera dal capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin di avere conquistato la cittadina del Donbass, da tempo teatro di furiosi combattimenti. "Il nemico non ha interrotto il suo assalto a Bakhmut. Tuttavia, i difensori ucraini difendono coraggiosamente la città, respingendo numerosi attacchi nemici", ha scritto lo stato maggiore ucraino sulla sua pagina Facebook.

 

2. MEDIA RUSSI, GIOVANE DONNA ARRESTATA PER OMICIDIO TATARSKY

(ANSA) - Le forze di sicurezza russe hanno arrestato una ragazza di 26 anni, Daria Trepova, residente a San Pietroburgo, sospettata dell'omicidio del propagandista Vladlen Tatarsky avvenuto ieri. Lo riporta Ukrainska Pravda citando alcuni media russi tra cui Interfax, che a sua volta cita una "fonte informata". Secondo la fonte, la donna avrebbe portato al caffè una scatola con un busto di Tatarsky, in cui era montato un ordigno esplosivo. Non c'è ancora una conferma ufficiale di queste informazioni. Secondo altri media Daria Trepova era stata precedentemente arrestata il 24 febbraio durante una manifestazione contro la guerra. .

 

DARYA DUGINA VLADLEN TATARSKY DARYA DUGINA VLADLEN TATARSKY

3. ISW, L'OMICIDIO DEL BLOGGER RIVELA CONTRASTI NEL CREMLINO

(ANSA) - L'assassinio del blogger militare ultranazionalista russo Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky, in un bar di proprietà di Yevgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner, a San Pietroburgo potrebbe rivelare ulteriori fratture all'interno del Cremlino e della sua cerchia ristretta. Lo scrive nel suo ultimo report il think tank statunitense Isw (Institute for the study of the war). Gli analisti dell'Isw definiscono 'strana' la dichiarazione di Prigozhin il quale ha detto che non avrebbe "incolpato il regime di Kiev" per la morte di Fomin e di Daria Dugina (assassinata in agosto) indicando come responsabile un gruppo di radicali russi.

Evgeny Prigozhin in divisa militare Evgeny Prigozhin in divisa militare

 

4. PRIGOZHIN, BAR ATTENTATO A TATARSKY AFFIDATO A CYBER FRONT Z

 (ANSA) - Il fondatore della milizia paramilitare Wagner Yevgeny Prigozhin ha confermato di essere proprietario del bar di San Pietroburgo dove ieri è stato ucciso da un'esplosione il blogger militare ultranazionalista Maksim Fomin, alias Vladlen Tatarsky. Lo riporta la Tass citando un messaggio di Prigozhin sui social.

 

"In effetti, ho consegnato il bar al movimento patriottico Cyber Front Z e lì si sono tenuti diversi seminari. Molto probabilmente questa tragedia è avvenuta durante un seminario", ha dichiarato Prigozhin sottolineando che l'attentato presenta alcune analogie con l'omicidio della giornalista Darya Dugina. "Tuttavia, non accuserei il regime di Kiev di queste azioni. Penso che stia operando un gruppo di radicali che difficilmente ha legami con il governo ucraino, ecco come lo descriverei", ha concluso.

 

5. PRIGOZHIN, 'PRESA BAKHMUT. BANDIERA RUSSA IN MUNICIPIO'

Anna Lisa Rapanà per ANSA

 

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La sfibrante battaglia per Bakhmut, secondo la compagnia di mercenari Wagner, si è ufficialmente conclusa. A darne l'annuncio nel cuore della notte è stato Yevgeny Prigozhin, che ha postato un video in cui ha affermato che la bandiera russa è stata issata sull'edificio dell'amministrazione comunale della cittadina del Donbass, da mesi teatro di furiosi combattimenti con gli ucraini. "Tecnicamente, controlliamo la città", mentre il "nemico è rimasto nei quartieri occidentali", ha aggiunto lo 'chef di Putin'.

brigata wagner brigata wagner

 

Con un gesto ancora più plateale: dedicare questa vittoria al blogger ultranazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso alcune ore prima in un attentato in un caffè di San Pietroburgo. I due erano considerati vicini, accomunati dalle aspre e ripetute critiche mosse contro i comandi militari di Mosca per gli scarsi successi nell'offensiva in Ucraina. L'annuncio di Prigozhin è arrivato dopo che Kiev ha rivelato di aver pronto un piano in 12 punti per riprendersi la Crimea. […]

 

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6. PISTA UCRAINA O FAIDA NAZIONALISTA UN ATTENTATO CHE SCUOTE LA RUSSIA

Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”

 

«Vinceremo tutti, li uccideremo tutti, li rapineremo tutti, tutto come piace a noi»: Vladlen Tatarsky aveva molto probabilmente firmato la sua condanna a morte con questa frase, pronunciata a pochi metri dal presidente Vladimir Putin, nella sala del Cremlino dove era stata appena proclamata l'annessione dei territori ucraini occupati dall'esercito russo.

 

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Da «inviato di guerra» – anche se Tatarsky era in realtà un militante del Donbass che si era improvvisato blogger – era diventato il volto brutale dell'invasione, l'uomo che gioiva in pubblico per i bombardamenti russi delle centrali elettriche, perché «più maiali ucraini sarebbero morti senza poter venire operati in ospedale»

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Chiunque l'abbia ucciso l'ha scelto come bersaglio proprio per questo, e la scenografia di un bar dal nome altisonante «Patriot», che ospitava regolarmente raduni dei fan della «Z» simbolo del militarismo russo, non è casuale. Considerando che il bar si trovava in pieno centro della città natale di Vladimir Putin e dei membri del suo clan, e apparteneva probabilmente a Evgeny Prigozhin, capo del gruppo Wagner oltre che ristoratore di successo pietroburghese, la bomba al «Patriot» non è un regolamento di conti qualunque.

VLADLEN TATARSKY VLADLEN TATARSKY

 

La scontata «pista ucraina» viene già battuta dai propagandisti russi, che chiedono vendetta, spaventati da quella che ritengono una azione punitiva contro un collega. Non c'è dubbio che diventerà la versione ufficiale dell'attentato.

 

[…] Accusarne gli infiltrati ucraini, come era già stato fatto con Daria Dugina, figlia del filosofo di estrema destra Aleksandr Dugin, aumenta la paura del nemico, ma anche la percezione di essere vulnerabili. E mentre i misteri sulla dinamica restano numerosi, non può non colpire una circostanza: è il secondo attentato clamoroso nel cuore della Russia, dall'inizio della guerra, che va a colpire un esponente poco famoso ma molto simbolico della frangia più estrema della destra nazionalista russa.

BOMBA A SAN PIETROBURGO BOMBA A SAN PIETROBURGO

 

Potrebbe certamente trattarsi davvero di rappresaglie degli ucraini, e la scelta di personaggi poco noti può essere spiegata con la relativa facilità di avvicinarli rispetto ai propagandisti di serie A. Stesso motivo per cui però potrebbero invece essere stati scelti per una provocazione dagli stessi servizi russi: un personaggio come Tatarsky è probabilmente più utile da morto che da vivo, il «vero russo e vero cristiano» come lo chiama Aleksandr Dugin in nome del quale lanciare un attacco agli ucraini o alla «quinta colonna» dei russi contrari alla guerra.

 

VLADLEN TATARSKY VLADLEN TATARSKY

Nei canali Telegram dei nazionalisti cominciano però anche a serpeggiare sospetti di faide interne alla estrema destra, e il consigliere di Zelensky Mikhaylo Podolyak parla di «ragni che si divorano tra di loro, chiusi dentro un barattolo». Ma la morte di Tatarsky potrebbe anche essere un segnale inviato a qualcun altro: secondo alcune voci, Prigozhin in persona avrebbe dovuto visitare il suo bar per salutare il blogger.

 

Prigozhin e i suoi Wagner si sono fatti troppi nemici nell'establishment russo, soprattutto quello militare, e l'apparizione accanto a Putin di personaggi come Tatarsky, un ex detenuto che pregustava di «uccidere tutti», non è la compagnia adatta per un presidente che sta cercando una exit strategy da una guerra persa. […]

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