DAGONEWS
Milioni di cani affetti da rabbia vengono uccisi ogni anno in macelli cambogiani prima che la loro carne venga venduta per essere mangiata. I cani indifesi vengono stipati in capannoni puzzolenti alla periferia della capitale, Phnom Penh, prima di essere uccisi in enormi vasche di cemento dove vengono fatti annegare.
I poveri animali vengono tenuti in gabbie anguste, che vengono ammucchiate e accatastate sul retro di furgoni. I commercianti di carne di cane cambogiani sono noti per annegare, strangolare e pugnalare migliaia di cani al giorno.
L'attività, abbastanza diffusa, traumatizza i lavoratori e li espone a rischi mortali per la salute come la rabbia. Non solo: il commercio di carne espone gli abitanti a un rischio visto che la rabbia potrebbe potenzialmente trasmettersi agli umani. Le Ong stimano che da 2 a 3 milioni di cani vengano macellati ogni anno in Cambogia: ci sono più di 100 ristoranti di carne di cane nella capitale Phnom Penh e circa 20 nella città del tempio di Siem Reap.
Le inquietanti immagini a Phnom Penh sono state scattate dal fotoreporter ambientalista britannico Aaron Gekoski, che ha descritto la scena come "l'inferno": «Queste immagini mi hanno perseguitato. Non riesco a togliermi dalla mente il terrore dei cani. La puzza, i guaiti gli attrezzi usati per ucciderli sparsi ovunque. È stato straziante vederli in questo stato. Alcuni tremavano, altri vomitavano o defecavano dappertutto. Alcuni mordevano le gabbie, facendosi cadere i denti».
La Cambogia ha uno dei più alti tassi di rabbia al mondo: la maggior parte dei casi deriva da morsi di cane. La domanda di carne di cane è cresciuta nonostante le richieste di vietarla. Intanto il mercato non si arresta: i cani vivi possono valere da $ 2 a $ 3 al chilo, dando ai fornitori un incentivo a raccogliere quanti più animali possibile.
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