LA CHIESA RIPARTA DA PUPI - IL MITOLOGICO AMBASCIATORE DEL BELIZE PUPI D’ANGIERI SI DÀ ALLA SOLIDARIETÀ E OFFRE LA CENA A 300 PERSONE NEL DUOMO DI MODICA PER I 38 ANNI DALL’INDIPENDENZA DEL PICCOLO STATO SUDAMERICANO - C'ERANO POVERI, DISABILI, MIGRANTI, ORFANI. IL FIGLIO STEFAN JOHN CHARLES: "ABBIAMO DECISO DI NON FESTEGGIARE CON IL SOLITO RICEVIMENTO TRA AMBASCIATORI"

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Fabio Albanese per www.lastampa.it

 

duomo di san giorgio a modica duomo di san giorgio a modica

Il duomo di San Giorgio, nella città alta, è da sempre la casa comune della gente di Modica. Il suo barocco patrimonio Unesco è un prezioso segno di rinascita civile e sociale dopo il disastroso terremoto del 1693 che devastò l’intero Val di Noto. La cornice era dunque quella giusta per un singolare evento che ha radici dall’altra parte del mondo e che si è consumato ieri sera in un clima da festa dei popoli.

 

cena di solidarieta' dell'ambasciata del belize a modica 6 cena di solidarieta' dell'ambasciata del belize a modica 6

Ieri il piccolo Stato sudamericano del Belize, 354 mila abitanti del Commonwealth britannico, celebrava i 38 anni dalla propria indipendenza. In Italia lo ha fatto nella, e con, la città di Modica, la sua chiesa, le sue comunità, le associazioni di volontariato, con una cena per 300 persone nel duomo: poveri, disabili, migranti, famiglie con problemi, bambini orfani, seduti ai tavoli; le autorità, dal sindaco Abbate all’ambasciatore presso la Santa Sede D’Angieri, a servirli.

 

PUPI D'ANGIERI 1 PUPI D'ANGIERI 1

«Abbiamo voluto riprendere le parole di papa Francesco "Nessuno può dirsi così povero da non poter donare qualcosa agli altri" - dice l’incaricato d’affari dell’ambasciata del Belize presso la Santa Sede, Stefan John Charles D’Angieri - e così abbiamo deciso di non festeggiare la nostra indipendenza con il solito ricevimento tra ambasciatori ma di dedicarlo agli altri, alle persone più in difficoltà. Abbiamo scelto la Sicilia, e la provincia di Ragusa dove arrivano tanti migranti a cercare una nuova vita ma dove ci sono anche tante persone del posto che hanno difficoltà anche a mangiare. E’ il nostro modo per dire che la nostra festa è la festa di tutti».

 

cena di solidarieta' dell'ambasciata del belize a modica cena di solidarieta' dell'ambasciata del belize a modica

E’ stata coinvolta la diocesi di Noto, che ha messo a disposizione la chiesa e ha anche voluto esporre sull’altare le reliquie di San Giorgio e di San Corrado Confalonieri, il comune di Modica, l’istituto alberghiero "Principe Grimaldi" che con professori (i fratelli Giovanni e Vincenzo Roccasalva) e 50 studenti ha cucinato e servito piatti della tradizione siciliana e modicana, dalla caponata al famoso cioccolato di Modica.

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PUPI D'ANGIERI CON PAPA FRANCESCO PUPI D'ANGIERI CON PAPA FRANCESCO

E ieri sera il duomo trasformato in sala da pranzo era una miscela di culture, etnie, popoli: «Modica è una città multiculturale - dice l’imam della città, Mohammed Sayadi, tunisino da 30 anni trapiantato qui con la famiglia - e credo che lavorare insieme per assistere chiunque abbia bisogno, sia la strada giusta da percorrere per la pace e la concordia tra i popoli». Il vicario della diocesi, Angelo Giurdanella, ha letto un messaggio del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin: «Sua Santità esprime il suo compiacimento per tale gesto, destinato a riaffermare il valore della persona umana e la virtù della carità, come misura di ogni rapporto umano e spirituale». 

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Per Modica, però, la «cena degli ultimi» non è un fatto isolato: «Siamo abituati a farlo, lo facciamo per la festa di San Giorgio, per Natale quando mettiamo anche a disposizione dei voucher per le famiglie bisognose - dice il sindaco Ignazio Abbate -. Per questo quando è arrivata la proposta dall’ambasciata del Belize, abbiamo subito aderito, con le associazioni che danno una mano alle famiglie bisognose e agli ammalati e anche con le aziende del nostro territorio che in casi come questi sono sempre pronte a mettere a disposizione le materie prime, con la scuola alberghiera per cucinarle. Ogni piccola cosa che c’è qui stasera è frutto del dono di chi la produce». Compreso il gruppo musicale "I cosa ruci" che durante la serata ha proposto i canti della tradizione siciliana. Alla città resta ora il titolo di "ambasciatore della comprensione e della dignità umana" che ieri sera le ha conferito il governo del Belize. E la soddisfazione di aver rinnovato il dovere dell’accoglienza, tanto caro ai siciliani.

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