IN CINA TORNA L'INCUBO COVID (E ANCHE IN ITALIA NON SIAMO MESSI BENE) - A CAUSA DELLA FORTE IMPENNATA DI CASI IL GOVERNO DI PECHINO HA ORDINATO IL LOCKDOWN PER TUTTI I 17 MILIONI DI RESIDENTI A SHENZEN - ANCHE DA NOI I CONTAGI "STANNO AUMENTANDO DAPPERTUTTO SUL TERRITORIO NAZIONALE" - L'EPIDEMIOLOGO CESARE CISLAGHI: "SE CONTINUA COSI', C'E' IL RISCHIO DI UNA NUOVA ONDATA PANDEMICA" - E CON L'ARRIVO DEI PROFUGHI DALL'UCRAINA LA SITUAZIONE PUO' PEGGIORARE...

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1. CINA, LA STRETTA DOPO IL PICCO DI CONTAGI: A SHENZHEN 17 MILIONI DI PERSONE IN LOCKDOWN

Da open.online

 

Campi di quarantena Covid in Cina 5 Campi di quarantena Covid in Cina 5

Ieri, sabato 12 marzo, in Cina sono stati segnalati 3.393 casi di Covid di cui 1.807 di trasmissione domestica, 131 importati e 1.455 asintomatici. A renderlo noto è stata la Commissione sanitaria nazionale. Non succedeva da febbraio 2020 quando, nel pieno della crisi di Wuhan, il capoluogo dell’Hubei – dove è stato rilevato il primo caso di Covid su scala globale – finiva in lockdown.

 

Dati che preoccupano, nonostante la “tolleranza zero” delle autorità locali. A causa della forte impennata di casi il governo di Pechino ha ordinato il lockdown per tutti i 17 milioni di residenti a Shenzhen. Oltre 40 i focolai dovuti alla variante Omicron al punto che sono state chiuse le scuole a Shanghai e bloccate alcune città nel nordest.

 

Campi di quarantena Covid in Cina 2 Campi di quarantena Covid in Cina 2

In Europa, intanto, Germania e Regno Unito iniziano, di nuovo, a fare i conti con un numero di contagi crescente. In Italia, mentre aumenta il tasso di positività, il numero di ricoverati e di pazienti in terapia intensiva resta per ora sotto controllo.

 

Cosa sta succedendo in Cina

In Cina, dei 1.807 casi domestici rilevati – quattro volte i 476 di venerdì scorso – ben 1.412 sono stati accertati nella provincia di nordest di Jilin, 175 nello Shandong e 62 nel Guangdong. La città di Jilin è stata in parte bloccata con quartieri “sigillati” per evitare la diffusione del virus. Il pugno duro delle autorità cinesi, con la politica “zero Covid”, basata su blocchi immediati, restrizioni ai viaggi e test per tutti, non ha funzionato molto con la variante Omicron.

 

A Jilin (il cui sindaco è stato rimosso sabato dal suo incarico) sono stati fatti sei cicli di test di massa ma questo non è servito a fermare il virus. La città di Changchun, che ospita nove milioni di persone, è in lockdown da venerdì 11 marzo così come Hunchun, al confine con Russia e Corea del Nord, bloccata dall‘1 marzo.

 

COVID CINA COVID CINA

Tre gli ospedali costruiti in tempi record per curare i pazienti Covid. Infine pesanti le restrizioni imposte alle città di Siping e Dunhua, entrambe nella provincia di Jilin, bloccate rispettivamente da giovedì e venerdì scorso.

 

2. COVID, CISLAGHI: “L’INDICE RDT È IN AUMENTO IN TUTTE LE REGIONI”

Da Livesicilia.it

 

L’indice di replicazione diagnostica RDt, proposto dalla Società italiana di epidemiologia e con cui si ottengono valori simili a Rt ma più tempestivi e aggiornati, «è pari a 1,18 calcolato a ieri e sta aumentando in tutte le Regioni, mentre l’Rt pari a 0,84 segnalato nel monitoraggio settimanale dell’Iss diffuso oggi è il valore riferito a circa dieci giorni fa ed è dunque superato. Al contrario, l’RDt calcolato a ieri risulta superiore a 1 in tutte le Regioni tranne l’Emilia Romagna dove è pari a 0,99». Lo afferma all’ANSA Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia, sottolineando che questo vuol dire che i casi di Covid «stanno aumentando dappertutto sul territorio nazionale».

 

Cesare Cislaghi Cesare Cislaghi

L’RDt, spiega l’esperto, «è calcolato come rapporto tra le diagnosi dì positività degli ultimi sette giorni rispetto a quelle dei sette giorni precedenti. Se è minore di 1 significa che i casi diminuiscono, se è uguale a 1 significa che i casi sono stabili, se è maggiore di 1 i casi aumentano. Ad esempio, se RDt è pari a 1,18 come ieri, ciò significa che l’intensità dei casi è pari ad un aumento del 18% alla settimana».

 

Se il trend «continua ad essere questo – avverte dunque Cislaghi – c’è il rischio di una nuova ondata epidemica. Ad ogni modo, c’è da aspettarsi che almeno nella prossima settimana i casi continueranno ad aumentare».

 

Quanto invece al calo dei ricoveri registrato nell’ultimo periodo, «non bisogna guardare alla prevalenza, ovvero al numero di posti letto occupati e che si riferiscono ai casi di almeno due settimane fa, bensì agli ingressi giornalieri in ospedale che stanno invece aumentando».

 

terapia intensiva covid terapia intensiva covid

Anche la mortalità «intesa come numero di casi sta leggermente diminuendo, tuttavia la proporzione dei decessi rispetto ai casi di 21 giorni fa, ovvero l’indice di letalità, sta aumentando». La conclusione, dunque, è che «i dati stanno peggiorando, anche se non ancora in maniera drammatica, e sembra – conclude – che si sia all’inizio di una nuova crescita epidemica».

 

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