Barbara Jerkov e Diodato Pirone per “il Messaggero”
Il numero chiuso per il turismo mordi e fuggi di Venezia sta per diventare realtà: il time-limit è fissato al primo gennaio 2022, data dalla quale chi vorrà visitare la città potrà farlo solo con una prenotazione in mano.
Lo prevede la proposta di delibera sul contributo di accesso presentata ieri dal sindaco Luigi Brugnaro e già approvata dalla giunta. «Non siamo interessati a far cassa - spiega - ma ad arrivare ad una gestione dei flussi turistici della città e una previsione degli arrivi con numeri reali e non inventati». Fra tre anni, precisa, «non sarà impedito a nessuno l' accesso, che sarà però più complicato per chi non prenota».
LE CITTÀ D' ARTE Roma ha già fatto sapere che non seguirà l' esempio di Venezia. «La Capitale ha delle caratteristiche completamente diverse da Venezia», dice l' assessore allo Sviluppo Economico e Turismo di Roma Carlo Cafarotti.
«Non attrae solo turisti, ma ha un gran numero di pendolari. Non è in discussione l' introduzione di una tassa di accesso che qui sarebbe impensabile.
Roma è di tutti e non può essere altrimenti».
virginia raggi sindaca di roma (3)
IL CASO FIRENZE «Firenze è molto diversa da Venezia anche per quanto riguarda aspetti come il turismo», osserva anche il primo cittadino fiorentino Dario Nardella.
«L' idea di mettere una tassa a chi non è residente è molto difficile da praticare, anche da un punto di vista tecnico, oltre che politico e giuridico. C' è tutta un' aria metropolitana molto vasta e tanti non residenti che lavorano a Firenze».
Diverso è il discorso dell' imposta di soggiorno e anche del modello che è contenuto nella nuova legge speciale per Venezia. «Si tratta di capire come colpire il turismo mordi e fuggi», sottolinea Nardella. «Perché una cosa è far pagare l' ingresso a un turista che viene solo per un giorno e non lascia niente in città. Altro conto è il turista che qui passa una settimana e quindi porta ricchezza alla città. Si deve combattere il turismo mordi e fuggi, quello delle crociere, quello dei grossi torpedoni, non l' altro».
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Intanto dal prossimo maggio, si parte subito con un ticket da 3 euro. Poi da gennaio 2020 scatterà il meccanismo dei bollini per modulare la tassa. Il contributo che verrà chiesto ai turisti (previsto nella legge di bilancio del governo) sarà di 6 euro per i periodi normali e di 8 per quelli da bollino rosso, per lievitare a 10 (nero) nei giorni di ressa.
Nelle stagioni meno affollate il costo del ticket scenderà a 3 euro, la stessa cifra che sarà applicata come quota flat per tutto il 2019. Brugnaro, che per scrivere il testo della delibera ha voluto il contributo di uno studio legale esterno, sottolinea che la tassa «servirà a coprire i costi di gestione della città, superiori di 30 milioni di euro l' anno al resto d' Italia, e per la manutenzione di rii e masegni». Costi maggiori che riguardano, in particolare, i servizi, come dimostrato con un dossier presentato dallo stesso primo cittadino all' Unesco, «e che attualmente gravano sulla popolazione residente».
I SOLDI RICAVATI I soldi ricavati, promette Brugnaro, serviranno a far calare gli oneri economici per chi vive e lavora in città, per i restauri e «per la miglior gestione della sicurezza in centro storico, tant' è che è prevista anche l' assunzione di nuovi vigili urbani». Si dicono soddisfatti gli albergatori.
«Siamo favorevoli a questo progetto che finalmente - commenta Claudio Scarpa, direttore dell' Associazione Albergatori - chiede di contribuire al mantenimento della città anche ai turisti pendolari che costituiscono il 70% del totale».
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