Millantavano referenze di porporati così «in alto» da legittimare un fantomatico “Centro Studi Vaticani”. Una vera e propria agenzia ben oltre l’ombra del Cupolone (in zona Casilina) che, attraverso un falso accredito del Cardinale Ruini, del quale una delle due «imprenditrici» si spacciava addirittura per figlia illegittima, offriva la possibilità ai propri clienti di pagare le bollette di qualunque ente al costo ridotto del 50%, ma in qualche caso anche del 70%, consegnato alle «mediatrici» in contanti.
Per dimostrare alle vittime l’avvenuto pagamento, veniva consegnato loro un bollettino con tanto di sigillo vaticano.
Una certificazione «aldilà di ogni sospetto» per il cliente che anzi, contento del risparmio e della benevolenza dell’ex presidente Cei (la cui firma naturalmente era falsa) consigliava l’agenzia con il passaparola allargando il giro d’affari del fantomatico centro studi stimato - solo con i casi accertati - in diverse migliaia di euro.
Davanti al giudice monocratico Simona Calegari, nell’aula della VII sezione penale di PiazzaleClodio, hanno testimoniato diverse vittime. Le donne, già condannate un mese fa a sei anni per nove episodi simili e denunciate dalla gendarmeria vaticana per utilizzo disigilli vaticani contraffatti, devono rispondere di falso ideologico, truffa, appropriazione indebita, contraffazione di sigilli e sostituzione di persona.