Estratto dell’articolo di Marco Respinti per “Libero quotidiano”
Si chiama isterectomia, e che qualcuno la utilizzi come metodo anticoncezionale è una gran porcheria. In chirurgia si denomina così l’asportazione dell’utero, che a volte può comportare pure la rimozione della cervice, delle ovaie (ovariectomia), delle tube di Falloppio e di altre strutture circostanti.
Ovviamente è necessaria quando una malattia aggredisce l’apparato genitale femminile, ma è una pratica oltraggiosa se utilizzata per prevenire le nascite. Eppure questo scempio accade oggi in India, dove si pensa che maciullare il corpo di una donna trasformando gli attrezzi del chirurgo in strumenti di supplizio sia una buona idea per tenere sotto controllo la crescita demografica.
[…] Ovviamente oggi alle donne non si dice che i ferri del chirurgo impediranno loro di diventare madri per sempre con la violenza, causando inoltre scompensi e danni permanenti di altra natura quali l’osteoporosi e le malattie cardiovascolari, dunque incidendo fortemente sul numero delle persone che nel Paese diventano malati cronici, con le malattie croniche che sono la causa prima di decesso fra le donne indiane. Alle donne tutto questo viene taciuto, perché si dice loro che l’isterectomia è un buon rimedio contro il sangue mestruale in eccesso.
[…] Sarebbero infatti tantissimi fra le donne indiane di età compresa tra i 28 e i 36 anni, laddove nel resto del mondo l’isterectomia si pratica, se e quando necessaria, su donne over 50. Per questo il governo centrale ha ingiunto a tutti gli Stati della federazione indiana di fornire dati precisi.
[…] Nelle aree rurali del Maharashtra, ha per esempio rilevato il medico, l'intervento si è rivelato frequente tra le lavoratrici della canna da zucchero. Gupta ha pure messo in luce l’enorme business che ruota attorno agli uteri “rubati”, un giro di affari che fa lievitare a dismisura i dividendi delle assicurazioni per la gioia delle tasche di piccoli, grandi gruppi di interessi dove la nebbia pubblica si mescola al limaccioso privato rimestando un fango torbido.
In particolare sono gli Stati del Bihar, de Chhattisgarh e del Rajasthan quelli dove si registra un numero eccessivo di isterectomie non giustificate da condizioni di salute, operazioni peraltro eseguite nell’ambito del programma «Rashtriya Swasthya Bima Yojana», ovvero la copertura sanitaria lanciata dal governo il 1° aprile 2008 per aiutare i cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà, cioè milioni in tutto il Paese.
Curioso lo scandalo isterectomia in India. Curioso perché invece, nell’altro emisfero, in America, il North Carolina ha appena vietato l’aborto dopo la dodicesima settimana di vita di un bimbo nel ventre materno, e lì a un passo il South Carolina ha approvato un divieto analogo, ma anticipandolo addirittura alla sesta settimana di vita intrauterina. […]