Aldo SImoni per il Corriere della Sera
Marito tradito e pure arrestato. È la storia di un pizzaiolo di Boville (Frosinone) che, di fronte all'infedeltà della consorte, decide di volgere la tresca a suo favore. Come? Chiedendo all'amante della moglie - peraltro suo cognato - di risarcirgli il danno che gli ha provocato sfasciando la famiglia. Peccato che per il Tribunale si sia trattato di un'estorsione: 2 anni e 10 mesi la condanna inflitta al 42enne Davide Capogna.
La vicenda esplode a febbraio scorso, quando il pizzaiolo scopre la relazione. Lui e la moglie si stanno separando, ma Capogna vuole soldi per non rivelare la tresca. Poco dopo, a marzo, cerca di ottenere 16mila euro dal cognato, un professore di Sora. Alle resistenze del docente, il pizzaiolo minaccia la coppia di divulgare i messaggi che aveva intercettato e copiato controllando il telefonino della consorte. Il ricatto funziona: il cognato cede versando, in due momenti diversi, i 16 mila euro richiesti. Ma Capogna non si accontenta: incassati i soldi, torna all'attacco chiedendo altri 10 mila euro.
A questo punto la moglie, esasperata, si rivolge alla polizia. E il 24 marzo scatta la trappola. La consorte dà appuntamento a Capogna davanti a una pizzeria, a Veroli, per consegnargli una tranche da mille euro. La donna è lì, pronta con il denaro, ma ci sono anche gli agenti. In un attimo, appena il pizzaiolo afferra i soldi, scattano le manette.