Enrico Marro per www.repubblica.it
Prima ha ucciso la madre di 84 anni, poi ci ha provato anche con il padre che di anni ne ha 89. Era una furia Diletta Miatello, 51 anni, un passato da vigilessa, una laurea in Psicologia.
Il movente della sua furia
Voleva soldi, li pretendeva. Al culmine del suo baratro interiore, con un matrimonio alle spalle e il figlio affidato al padre, era rimasta anche senza lavoro. E riteneva che dovessero essere ancora i genitori a mettere fine alle sue difficoltà economiche.
Secondo i carabinieri del Reparto operativo di Padova è questo il movente del massacro scoperto martedì in tarda mattinata, in una villetta bifamiliare di San Martino di Lupari, a nord della provincia di Padova.
Le parole del padre
carabinieri a casa di diletta miatello
Maria Angela Sarto, ex insegnante elementare, era una maschera di sangue quando Chiara, l’altra figlia, l’ha trovata riversa a terra nella sua camera da letto, ormai senza vita. In soggiorno c’era il marito Giorgio Miatello, un tempo agente di commercio: aveva ferite profonde sul volto e sulla testa, ma con un filo di voce è riuscito a biascicare che a ridurlo in quel modo era stata la figlia maggiore.
La fuga e poi la spesa
Diletta Miatello, dopo averlo colpiti ripetutamente con oggetti contundenti trovati in casa, tra cui un vaso e i relativi cocci, è fuggita al volante della sua Panda e ha provato a rifugiarsi in un albergo di Romano D’Ezzelino, in provincia di Vicenza.
“Ha preso una stanza e poi è uscita a fare la spesa”, ha raccontato il titolare dell’hotel Cubamia, ribadendo più volte di non averla vista particolarmente scossa.
Il carcere con l'accusa di omicidio
Gli investigatori dell’Arma sono arrivati a lei grazie ai dati delle telecamere di videosorveglianza all’ingresso del paese, che hanno rilevato la targa della Panda mettendo subito in evidenza il passaggio della vettura ricercata. E quando, verso le 15.30, hanno bussato alla porta della sua camera lei si è consegnata senza opporre resistenza, senza dire una parola.
L’esplosione di violenza, secondo i carabinieri, sarebbe da inserire in una cornice di progressiva instabilità psicologica della cinquantunenne, fermata nella notte con l’accusa di omicidio volontario e poi condotta in carcere.
I problemi psicologici
Sembra proprio una vita spaccata in due quella di Diletta Miatello, con un prima e un dopo. Ma soprattutto con una serie di punti interrogativi che riguardano il detonatore in grado di scombinare fino a quel punto un’esistenza tranquilla. Aveva vinto il concorso da vigilessa, era stata ritenuta idonea a portare un’arma e poi era anche riuscita a laurearsi lavorando. La famiglia se l’era costruita in seguito alla relazione con un collega della polizia locale. Sembrava tutto perfetto, fino a che qualcosa dentro di lei non si è rotto.
diletta miatello la casa dove viveva diletta miatello con i genitori diletta miatello carabinieri a casa di diletta miatello