COSA SERVE AI GENITORI SEPARATI MOLTO LITIGIOSI? UN “COMMISSARIO” PER TUTELARE I FIGLI - E’ L’ULTIMA NOVITÀ IN MATERIA DI DIRITTO DI FAMIGLIA: IL GIUDICE PUO’ NOMINARE UN "COORDINATORE FAMILIARE" PAGATO DAGLI EX CONIUGI CHE VIGILI SULLA SERENITÀ DELLA PROLE - I PRIMI CASI A MILANO E MANTOVA

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Nino Sunseri per “Libero Quotidiano”

 

Arriva anche in Italia la figura del "commissario" alla pace familiare. O meglio: alla ex famiglia. L'arbitro chiamato a evitare che i coniugi utilizzino i figli come clave da tirarsi in testa. Arriva il vigilante per la tranquillità dei ragazzi quando il focolare domestico si è spento e l' armonia coniugale è scomparsa assieme ai sogni e alle passioni. Al loro posto rabbia e rancore.

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Un regolamento di conti fra adulti, mentre i bambini dovrebbero restare al riparo. E per proteggerli, per l' appunto, ora arriva la guardia nominata dal tribunale.

In termini tecnici si chiama "coordinatore genitoriale", e rappresenta l' ultima innovazione nel diritto di famiglia. Il commissario alla serenità dei figli. Un argine contro le intemperanze dei genitori. Introdotta lo scorso anno, non si può comunque dire che, fino a questo momento, la figura del facilitatore abbia avuto gran successo.

 

Si contano finora soltanto due casi: uno a Milano a luglio dell' anno scorso, l' altro a Mantova qualche settimana fa. Ma la lentezza non deve stupire. I Tribunali non hanno mai cavalcato la frontiera dell' innovazione con grande convinzione. Magari adesso la situazione cambierà. Molto lentamente, però. C' è da aggiungere che, probabilmente, sono anche gli ex coniugi a frenare. Il professionista - in genere uno psicologo - resta in carica tre mesi, e a pagare la parcella sono proprio gli ex coniugi.

Ora cerchiamo di capire.

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Conti in sospeso, affitto (in genere il marito che va fuori di casa), onorario dell' avvocato.

Caricarsi anche il costo del facilitatore può diventare proibitivo. Soprattutto quando il reddito è quello che è. Meglio cercare una forma di convivenza civile, almeno ora che il matrimonio è finito. Nell' interesse dei figli. Ma anche del portafogli. Tuttavia, come nel caso della separazione avvenuta a Mantova, certe volte anche solo parlarsi diventa impossibile, fra quelli che un tempo erano marito e moglie. Basta la voce dell' altro per far andare il sangue al cervello. Così non resta che il facilitatore.

 

La storia finita sul tavolo della prima sezione del Tribunale di Mantova è, fino a un certo punto, molto ordinaria. Una coppia di quarantenni con due figli minori. Il marito che illustra in aula l' insostenibile aggressività della moglie. La donna che parla del cuore che si spezza dopo aver scoperto l' infedeltà del consorte.  Un super-classico nella galleria dei matrimoni che vanno in frantumi. Tre anni fa la separazione. I figli con la madre, ma l' affidamento è condiviso.

 

divorzio divorzio

Il padre deve pagare l' assegno di mantenimento sia per i bambini sia per la moglie disoccupata. Ma la conflittualità tra gli ex è troppo alta. La rabbia tracimante impedisce il rispetto delle convenzioni minime. A cominciare dal calendario delle visite paterne.

Alla fine, la sentenza che mette d' accordo. Viene nominato il coordinatore genitoriale, che dovrà vigilare su quel che resta della famiglia.

 

Attutire gli attriti, trovare le giuste mediazioni, il tutto per tutelare i ragazzi. Aiutare anche i genitori nelle scelte formative dei figli stessi, «vigilando in particolare sulla osservanza del calendario delle visite previsto per il padre assumendo al riguardo le opportune decisioni in caso di disaccordo», come si legge nella sentenza. E poi deve riferire al giudice, che ha disposto un periodo di osservazione di otto mesi. Da quanto si capisce, i due ex coniugi non erano molto d' accordo. Il giudice si è imposto. L'onorario della guardia sarà la pena accessoria.

 

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