tamponi prima di natale
Gettonatissimo come regalo del Natale 2021. Soggetto ad un accaparramento che neanche la farina durante una guerra. Desiderato da decine di migliaia di italiani in fila davanti alle farmacie e agli hub. Non c'è dubbio: è il tampone rapido l'oggetto must delle vacanze di fine anno. Per lo più viene fatto in farmacia anche se è un'impresa che costa ore d'attesa e in alcune Regioni ormai si prendono appuntamenti a sei giorni. Ma va molto di moda anche quello fai da te che si trova, o meglio si trovava prima dell'esaurimento scorte, in alcuni supermercati.
tampone
C'È CHI NE APPROFITTA I prezzi? Non ne parliamo. Qui e là qualcuno se ne approfitta, come con le mascherine nel marzo-aprile del 2020, ma in genere il prezzo calmierato di 15 euro (8 per i minori) resiste anche se in tanti al farmacista ne chiedono qualcuno fai da te da portare a casa. Se ne trovano infine su internet ma nella maggior parte dei casi di qualità non certificata, cioè pessima.
Ma vale davvero la pena dannarsi l'anima per un tampone rapido? A giudicare da quello che dicono gli esperti proprio no. Per la semplice ragione che questo strumento non fa bene il proprio mestiere di cacciatore di Sars CoV-2. Per due motivi. Primo: il tampone rapido, anche quello di ultima generazione, nei primi giorni dell'eventuale contagio non intercetta il virus. Secondo: i test antigenici (altro nome dei rapidi) che danno esiti sbagliati, positivi o negativi che siano, oscillano intorno al 40% del totale.
tamponi
Non a caso proprio nelle ultime ore è emerso un caso clamoroso di falso negativo che riguarda il conduttore televisivo Nicola Savino: due giorni fa ha fatto di mattina un rapido risultato negativo e, sentendosi poco bene, nel pomeriggio un molecolare che ha dato esito positivo. L'episodio è stato raccontato pubblicamente dal cantante Jovanotti con la seguente sintesi:«Questi rapidi non è che siano così efficaci».
tamponi
FRETTA INUTILE È oramai dimostrato che dopo un contatto sospetto (per più di 15 minuti) è di fatto inutile precipitarsi a farsi infilare un lungo cotton fioc nel naso per un test, antigenico o molecolare che sia. Come è noto da mesi, infatti, nei primi due giorni il virus non è rilevabile. Poi, dal terzo giorno, diventa rintracciabile solo per i tamponi molecolari e solo successivamente dopo 72 ore, circa anche per quelli rapidi, che però come detto possono fare cilecca.
tampone
A complicare questo scenario la variante Omicron ha aggiunto un'ultima pennellata: la velocità di replicazione del virus è rapidissima, e dunque un contagiato che potrebbe ricevere un test negativo la mattina potrebbe risultare positivo nel pomeriggio o comunque poche ore dopo. Si tratta di elementi provati da innumerevoli studi. Citiamo per tutti uno degli ultimi, pubblicato sulla rivista Future virology, effettuato su un campione di 332 pazienti: ha confermato che il rapido sbaglia nel 40% dei casi.
tampone
Già ma cosa dicono gli esperti? «La verità è che molti italiani usano il test rapido come la coperta di Linus, per avere una sensazione di sicurezza. Ma il test non previene: ti puoi contagiare un minuto dopo aver controllato l'esito del tampone», sospira l'epidemiologo Pierluigi Lopalco. Che prosegue: «Occorre ancora una volta muoversi con intelligenza: usare la mascherina il più spesso possibile e fare i molecolari quando ci si vuole togliere davvero il dubbio. Gli antigenici possono avere un ruolo quando si cerca il virus a strascico per esempio in una scuola o su un luogo di lavoro affollato».
PIERLUIGI LOPALCO
La gran parte dei medici, infine, sconsiglia vivamente il tampone fai-da-te, quello fatto in casa, innanzitutto perché non tutti utilizzano il bastoncino con perizia e poi perché il risultato del test resta riservato. In sostanza se l'esito è positivo con questo strumento è poi la singola persona che decide di mettersi in isolamento, come prescritto dalla legge, oppure no.